Approfondimenti

9 MARZO 2023 AUDITORIUM DELLA FILARMONICA

Il lavoro silente delle donne
cernitrici, portatrici, contrabbandiere 


MARCO DEL SOLDATO Autore di ricerche e collaborazioni con l’Università degli Studi di Genova, l’Università La Sapienza di Roma e l’università degli Studi di Firenze.
Collaborazione a scavi archeologici e studi indetti da Soprintendenza Archeologica per la Liguria, collaborazioni al riallestimento dei Musei Archeologici Nazionali di Chiavari e Luni (in corso), oltre che attività di Ispettore Onorario con redazione di relazioni finali e pubblicazioni.
Autore di studi e pubblicazioni in materia di Storia delle miniere e dell’arte mineraria (Miniere aurifere della Val d’Ossola, Miniere di rame e di manganese della Liguria Orientale), Storia delle attività estrattive anche per materiali lapidei della Liguria Orientale (ardesia, marmi, selce, diaspro, etc.) oltre che di analisi su materiali litici e studi ambientali sull’evoluzione delle linee di costa e delle pianure costiere di Levanto, Luni (SP), Sestri Levante, Chiavari , Lavagna, Rapallo e della Pianura dell’Entella (GE).











                                                         LIBRI                                                                     

Le vie del carsismo a passeggio nelle meraviglie del mondo ipogeo, alle origini dei Liguri…   Edizioni Il Cigno

Marco Del Soldato 

Oggi, faremo il percorso con la fantasia. Ma in altri momenti si potranno percorrere direttamente i sentieri seguendone i tracciati sulle cartografie allegate al volume. E raggiungere le emergenze archeologiche storiche, minerarie, naturalistiche e paesaggistiche descritte nel testo.
La guida e le sue carte dei percorsi sono scaricabili gratuitamente ed una presentazione .pptx è presente e viasualizzabile sulla pagina ISCUM di YouTube

Il progetto de Le vie del carsismo …a passeggio nelle meraviglie del mondo ipogeo alle origini dei Liguri... è nato dall’esigenza di realizzare nuove cartografie aggiornate dei sentieri che si sviluppano nei comuni di Pignone e di Riccò del Golfo in Val di Vara (SP).
Capitava spesso di ragionarne con l’amico Silvano ZACCONE, attivissima anima promotrice degli aspetti più profondi di quei territori. Il suo desiderio è stato, da sempre, quello di valorizzarli percorrendoli e respirandoli.
Di fatto, si tratta semplicemente di attraversare piano piano la Zona Carsica dello spezzino: quella lunga striscia di terreni geologici che da Cassana (in Comune di Borghetto Vara) raggiunge le Isole Palmaria, Tino e Tinetto (in Comune di Portovenere). È la regione nota ai geologi come la Lama della Spezia. Una terra antica, nella quale i monumenti carsici (grotte, forme ipogee ed epigee) e quelli geologici (geotipi ) si intrecciano intimamente con le emergenze geominerarie, archeologiche, storiche ed ambientali, nonché con profonde tradizioni, antiche leggende e diffuse presenze di cultura materiale.
Il carsismo ne è stato origine, culla e stimolo.
In quest’ottica, il carsismo ed i percorsi escursionistici descritti sono diventati il fil rouge per intrecciare ricordi antichi, esperienze raccontate e, soprattutto, tante storie che vengono da lontano. Che vengono dalle tradizioni e dalla cultura delle famiglie e dai primi antichi abitanti di quei paesaggi.
Si ritroveranno le tracce delle più antiche miniere di manganese liguri (e forse non solo liguri), di originali cave di alabastro, del più antico abitato in pietra della Liguria (Corvara) e si potranno incontrare faune ipogee e biotipi estremamente caratteristici, come le orme dell’ursus speleo o l’idromantes, oppure il rospo ululone ed ancora le associazioni vegetali tipiche delle faggete di montagna.

Argomenti eterogenei e specifici.
Per raccontarli compiutamente si è cercato il coinvolgimento diretto di diversi specialisti. Hanno fornito il loro contributo scientifico studiosi delle varie materie, con brevi ma intensi scritti, originali ed inediti.
Ricordiamo Aurora CAGNANA (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona) e Marcella MANCUSI (Polo Museale della Liguria), Riccardo NARDELLI (ISPRA), Alessandro BERSELLI (gruppo speleologico Spezzino), Piero ANDREANI, Luciano BONATI e Luca GALUPPINI (CAI della Spezia che ha curato anche il rilievo GPS dei sentieri), Flavio POGGI (Regione Liguria) e molti altri.
Ciascuno ha raccontato una propria storia che viene da lontano precorrendo, nello stile, quelle di ArcheominoSapien: storie sepolte, ma riscoperte con scavi archeologici o con le nuove esplorazioni ipogee. Ma anche aspettando le annuali ricche e tipiche rifioriture, oppure seguendo flebili richiami e tracce sul terreno o, infine, ricordando le storie sentite davanti al focolare o quelle lette nei sassi e nei muri.
Associare a questi contributi una serie di rappresentazioni grafiche e disegni, anch’essi originali ed inediti, è stata una conseguenza immediata. Tavole nate da mani abili ma anche da lunga permanenza sul e nel territorio.
Riccardo NARDELLI ha disegnato di botanica e zoologia e Patrizia GIANNINI ha redatto le ricostruzioni di emergenze geologiche ed architettoniche. In particolare, ha ricostruito un prospetto dell’abitato antico di Corvara, riemerso da diversi e successivi sopralluoghi sul territorio, per trarne quell’essenza intima e storica e trasfonderla nella rappresentazione grafica.
Una visione ed una veste editoriale un pò retró….
Forse.
Ma coerente con la visione del progetto.
Alla guida sono state associate due tavole dei percorsi raccontati. Si tratta delle tavole dei sentieri recuperati dai locali volontari, tracciati percorribili e georiferiti con l’utilizzo di GPS: opera di Luca GALUPPINI (CAI).
Cartografie di assoluta precisione.






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17 FEBBRAIO 2023 AUDITORIUM DELLA FILARMONICA

"Creatività e musica"

Enrico Rava e Ivo Milazzo

ENRICO RAVA è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, è apparso sulla scena jazzistica a metà degli anni sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo. La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni.

La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una stupefacente freschezza d’ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue avventure musicali. Tra la sua numerosa discografia sono da segnalare gli imperdibili Quartet (ECM 1978) “Rava l’opera Va” (Label Bleu 1993), “Easy Living” (ECM 2004), “Tati” (ECM 2005) e “The Words and the Days” (ECM 2007), “New York Days” (ECM 2009), “Tribe” (ECM 2218) e ” On The Dance Floor ” (ECM 2293) Non è difficile usare i superlativi per raccontare la sua avventura musicale, talmente ricco è il suo curriculum, talmente affascinante il suo mondo musicale, talmente lungo l’elenco dei musicisti con i quali ha collaborato, italiani, europei, americani: Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Stefano Bollani, Joe Henderson, John Abercrombie, Pat Metheny, Archie Shepp, Miroslav Vitous, Daniel Humair, Michel Petrucciani, Charlie Mariano, Joe Lovano, Albert Mangelsdorff, Dino Saluzzi, Richard Gallliano, Martial Solal, Steve Lacy, Mark Tuner, John Scofield ecc… Ha effettuato tours e concerti in USA, Giappone, Canada, Europa, Brasile, Argentina, Uruguay partecipando a importanti Festival (Montreal, Toronto, Houston, Los Angeles, Perugia, Antibes, Berlino, Parigi, Tokyo, Rio e Sao Paulo, ecc.) E’ stato più volte votato miglior musicista nel referendum annuale della rivista “Musica Jazz”, risultando vincitore anche nelle categorie “miglior gruppo” e “miglior disco italiano”. Nominato “Cavaliere delle Arti e delle Lettere” dal Ministro della Cultura Francese, nel 2002 ha anche ricevuto il prestigioso “Jazzpar Prize” a Copenhagen. Negli ultimi anni è comparso nei primi posti del referendum della rivista americana Down Beat, nella sezione riservata ai trombettisti, alla spalle di Dave Douglas, Wynton Marsalis e Roy Hargrove, e in quella riservata ai migliori gruppi, con il quintetto denominato TRIBE. Ed è la prima volta che una formazione italiana figura in tale classifica.

Nel gennaio 2004 si è esibito per una settimana nel prestigioso Blue Note di New York, bissando ancora il successo alla Town Hall e poi ancora al Birdland (2006, 2008, 2009, 2012 e 2013).

L’8 Giugno 2011 per Feltrinelli Editore è uscito il libro INCONTRI CON MUSICISTI STRAORDINARI La storia del mio jazz -La storia degli ultimi cinquant’anni di jazz nelle parole divertite e divertenti di uno dei protagonisti assoluti della musica contemporanea. In questo libro Rava ripercorre la storia della sua carriera attraverso il racconto della sua “vorticosa attività fatta di continui incontri con musicisti straordinari, di storie sempre surreali e talvolta amare, di piccole stranezze e grandi talenti, restituendo uno spaccato vivido, con il sorriso e lo sguardo ironico di chi, alla fine, di cose ne ha viste accadere veramente tante.”

Il Luglio 2011 lo ha visto protagonista di un tour europeo con un nuovo grande progetto “Tea for Three” insieme ad altri tre musicisti straordinari come Dave Douglas, Avisahi Cohen e Uri Caine.
Nell’ottobre 2013 è stato pubblicato per l’editoriale L’Espresso ” Rava On The Road” con un gruppo costituito da Giovanni Guidi, Roberto Cecchetto, Stefano Senni e Zeno De Rossi e l’Orchestra Sinfonica del Teatro Regio di Torino diretta da Paolo Silvestri.

Attualmente, oltre al suo RAVA TRIBE (insieme a Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista e Fabrizio Sferra) ama esibirsi con il quartetto di recentissima costituzione con Francesco Diodati alla chitarra, Gabriele Evangelista al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria. Con questa nuova formazione, affiancata da Gianluca Petrella, nel Gennaio 2015 ha registrato un nuovo album per l’ECM “Wild Dance”, uscito a settembre 2015, che ha riscosso un grande successo e apprezzamento di pubblico e critica. Rava New 4et è stato eletto miglior gruppo del 2015 secondo il referendum della rivista Musica Jazz.

Nell’Aprile 2016 L’Editoriale L’Espresso ha pubblicato un nuovo album con la PM Jazz Lab. Il 12 giugno 2016 verrà presentato NOTE NECESSARIE, un docufilm imperniato sulla sua figura al BIOGRAFILM Festival di Bologna.

Nel 2019 Enrico Rava è stato insignito dell’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. L’Onorificenza italiana si aggiunge ad altre ricevute negli anni passati all’estero. Infatti, Enrico Rava è stato nominato anche Chevalier des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura francese e Doctor in Music Honoris Causa alla Barkleee School of Music di Boston. Infine, è cittadino onorario della città di Atlanta in Georgia.

Nel 2018 è un tour con il gruppo Rava – Lovano 5et (con Giovanni Guidi al piano e Dezron Douglas e Gerald Cleaver rispettivamente al basso e alla batteria) e nel Settembre 2019 è uscito per la ECM il Live Album del gruppo “Roma” registrato all’Auditorium Parco della Musica.

Nel Maggio 2020 esce per Accidental Records RAVA – HERBERT – GUIDI “For Mario Live”: un album dedicato alla figura di Mario Guidi, storico manager di Rava, con il quale ha avuto un rapporto lavorativo trentennale, che è venuto a mancare nel Dicembre 2019. Il disco, disponibile in formato digitale, è una raccolta delle esibisizioni live del trio.

Ad Ottobre 2021 è uscito l’ultimo album di Rava per ECM “EDIZIONE SPECIALE” (album live registrato a Middelheim nel 2019).

E’ stato proclamato ’ 2021 dalla rivista Musica Jazz.

2022 Enrico Rava / Fred Hersch The Song Is You (ECM 2746) / LISTEN
2021 Enrico Rava Edizione Speciale (ECM 2672) / LISTEN
2020 Enrico Rava / Matthew Herbert / Giovanni Guidi For Mario (live) (Accidental Records)
2019 Enrico Rava / Joe Lovano Roma (ECM 2654) / LISTEN
2016 Enrico Rava Jazz Lab My Songbook
2015 Enrico Rava Quartet / Gianluca Petrella Wild Dance (ECM 2456) / LISTEN
2012 Rava On The Dance Floor (ECM 2293) / LISTEN
2011 Enrico Rava Quintet Tribe (ECM 2218) / LISTEN
2009 Enrico Rava New York Days (ECM 2064) / LISTEN
2007 Enrico Rava The Words and The Days (ECM 1982) / LISTEN
2007 Enrico Rava / Stefano Bollani The Third Man (ECM 2020) / LISTEN
2005 Enrico Rava Flat fleet (Philology W734)
2005 Enrico Rava Tati (ECM 1921) / LISTEN
2004 Enrico Rava Quintet Easy Living (ECM 1760) / LISTEN
2004 Francesco Bearzatti + Enrico Rava Hope (Auand AU9007) / LISTEN
2003 Enrico Rava Quartet Full of Life (CAM 7759) / LISTEN
2003 Enrico Rava (feat. John Abercrombie) Happiness is… (Stunt 03062)
2002 Enrico Rava / Paolo Fresu Play Miles Davis (Label Bleu 6639)
2002 Enrico Rava / Stefano Bollani Montreal Diary /B (Label Bleu 6645)
2000 Enrico Rava / Barbara Casini Vento (Label Bleu 6623)
2000 Enrico Rava / Giovanni Tommaso La dolce vita (CAM)
1999 Enrico Rava / Paolo Fresu Shades of Chet (Via Veneto 023)
1998 Enrico Rava Certi angoli segreti (Label Bleu 6594)
1997 Enrico Pieranunzi / Enrico Rava Nausicaa (Egea SCA037)
1997 Enrico Rava Electric Five Noir (Label Bleu 6595)
1995 Enrico Rava Electric Five (Soul Note SN121214)
1995 Enrico Rava Rava Carmen (Label Bleu 6579)
1993 Enrico Rava Rava l’opera va (Label Bleu 6559)
1990 Enrico Rava What a day! (Gala)
1989 Rava / D’Andrea / Vitous / Humair Quatre (Gala)
1986 Enrico Rava Quintet Secrets (Soul Note SN121164)
1984 Enrico Rava Rava string band (Soul Note SN121114)
1983 Enrico Rava Quintet Andanada (Soul Note SN121064)
1978 Enrico Rava Quartet (ECM 1122) / LISTEN
1976 Enrico Rava The plot (ECM 1078) / LISTEN
1975 Enrico Rava The pilgrim and the stars (ECM 1063) / LISTEN
1972 Enrico Rava Il giro del giorno in 80 mondi (Black Saint BS120011)
1971 Carla Bley, Mike Mantler Escalator over the hill (JCOA)
1968 Lee Konitz Stereokonitz (RCA 74321591462)
1966 Steve Lacy The forrest and the zoo (ESP 1060)







IVO MILAZZO Disegna da 50anni per riempire la fantasia che abita la sua mente.

Nel 1974 crea con Giancarlo Berardi l’indimenticabile Ken Parker, personaggio atipico del genere western il cui episodio conclusivo, Fin dove arriva il mattino, è pubblicato nel 2015 da Mondadori Comics, a conclusione della lunga saga. Sempre sui testi di Berardi, realizza molte altre tavole per le più importanti case editrici di fumetti, tra cui Sergio Bonelli.

Nel 2007, per il bicentenario della nascita dell’eroe dei due mondi, la Farnesina gli commissiona il volume Garibaldi con i maggiori illustratori italiani. Realizza la graphic-novel Uomo Faber (testi di Calzia), dedicata a Fabrizio De André, che DeAgostini e il quotidiano La Repubblica pubblicano nel 2010. Un anno dopo illustra, con altri, il volume Storie d’Italia per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Nel 2014 pubblica la graphic-novel Un drago a forma di nuvola da un testo del noto regista Ettore Scola.

Lavora anche per l’estero, in particolare con editori francesi e americani. Supportato da colleghi, associazioni, politici e intellettuali dal 1998 Ivo Milazzo è promotore in Parlamento di un’integrazione alla legge sul diritto d’autore n. 633/41 inerente il cinema di animazione e il fumetto.

Dal 2011 è presidente dell’Associazione illustratori, evoluta nel gennaio 2014 in Associazione autori di immagini per essere referenziale a tutta la categoria, compresi gli scrittori che rendono possibili le «opere composte» di fumetto e animazione.

Nel maggio 2018 Milazzo scrive il saggio L’emozione delle immagini (Edizioni NPE) quale viatico per comprendere meglio il loro intrinseco significato,rivolto sia a coloro che utilizzano professionalmente le immagini che a coloro che ne subiscono nel quotidiano gli effetti mediatici – in maniera positiva o negativa – non conoscendone i codici di lettura. L’ulteriore scopo del libro vuole essere un invito a tutti i lettori a fare un percorso di ricerca personale per scoprire come le emozioni di queste vadano ad interagire con quelle individuali nei vari significati e nel continuo stimolo di reazioni inconsce.

Qual'è il valore delle immagini? Il fumetto è unico perché la forza delle sue immagini ci colpisce anche inconsciamente. Cosa significa essere artisti? Cos'è veramente l'arte? 





















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                                                         LIBRI                                                                      

Incontri con musicisti straordinari La storia del mio jazz

Enrico Rava edizioni Feltrinelli


Enrico Rava è uno dei jazzisti italiani più noti a livello internazionale, anche grazie alla sua lunga attività oltreoceano, prima a New York e poi a Buenos Aires, dove ha collaborato assiduamente con musicisti del calibro di Gato Barbieri e Steve Lacy. Il suo The Forest and the Zoo, registrato nel 1966, è considerato uno dei dieci dischi essenziali del Free jazz.
Di questa vorticosa attività, fatta di continui incontri con musicisti straordinari, di storie sempre surreali e talvolta amare, di piccole stranezze e grandi talenti, Rava restituisce uno spaccato vivido, con il sorriso e lo sguardo ironico di chi, alla fine, di cose ne ha viste accadere veramente tante. La ricostruzione della vita notturna di New York nella gloriosa e irripetibile seconda metà degli anni sessanta è piena di pathos, così come il ricordo dell'ascesa di Astor Piazzolla e del Nuovo tango nella Buenos Aires degli anni settanta. E accanto a questi, i primi balbettii della scena jazz italiana, Gato Barbieri minacciato con una pistola alla tempia dal proprietario dell'appartamento nel Village da cui non se ne voleva andare, o un Don Cherry fischiato a Bologna solo perché salito sul palco senza scarpe. O Carla Bley, bellissima, mentre dirige la Jazz Composer's Orchestra. Dall'Hard bop al Free jazz, da Chet Baker a Miles Davis e Cecil Taylor, gli incontri di Rava con la magia del jazz risplendono di nuova luce al suono di un ritmo sempre incalzante.





Note necessarie come un'autobiografia  edizioni Minimum Fax

Enrico Rava Alberto Riva 


«Suona solo le note necessarie. Le altre cerca di non suonarle»: questo il consiglio che l'amico João Gilberto dava a Enrico Rava quando erano insieme a New York, negli anni Settanta. Un consiglio difficile da seguire per un uomo dalla personalità prorompente e dalla creatività fertilissima, una scelta irrinunciabile per un artista che voglia distillare pure emozioni nella sua musica.
Enrico Rava, uno dei più grandi jazzisti italiani, è entrambe queste cose; e lo racconta nelle pagine del libro che avete fra le mani, frutto di sei anni di conversazioni e interviste con il giornalista e critico musicale Alberto Riva.
Alternando vicende personali, incontri eccellenti, giudizi sul proprio lavoro e quello altrui, divagazioni, sfoghi, confessioni e bilanci, la viva voce di questo "poeta della tromba" ci accompagna in un lungo viaggio intorno al mondo (da Torino a New York, da Londra a Buenos Aires alle colline della Liguria, secondo le mille vocazioni di un animo da nomade) che è anche un appassionante viaggio intorno al jazz, ai suoi stili, ai suoi strumenti e ai suoi personaggi.
E a fare da colonna sonora, in esclusiva mondiale per i lettori di minimum fax, la prima raccolta antologica dei brani più belli di Enrico Rava, selezionati dall'autore.








Uomo Faber 

Fabrizio Càlzia Ivo Milazzo edizioni Feltrinelli



Tina o Maria - Riflessi di una vita edizioni NPE





  • «Non vorrei morire in un ruolo sbagliato, ma con il mio vero volto».


Le nebulose informazioni sulla vita artistica, l’attività politica e la morte inaspettata di Tina Modotti, vagamente avvolta di mistero, hanno contribuito senza dubbio a gettare ombre e incertezze sulla divulgazione dell’immagine di una persona scomoda a molti negli anni del Dopoguerra.
Una donna che ha lottato sempre con le proprie capacità per trovare e vivere una dimensione esistenziale che somigliasse a lei e ai suoi ideali. Dunque, una signora dalla tempra friulana e la bellezza mediterranea, con naturali debolezze ma unica e libera.

Edizioni NPE ha l'onore di presentare questo inedito del maestro Milazzo, dedicato alla figura controversa e misteriosa dell'artista Tina Modotti. Un volume che ha visto la luce dopo anni di attente e scrupolose ricerche storiografiche e fotografiche sulla vita di questo personaggio fondamentale e artisticamente imprescindibile.

«Sempre, quando le parole arte e artistico vengono applicate al mio lavoro fotografico, ho un’impressione sgradevole determinata certamente dal cattivo uso e dall’abuso che di questi termini si fa. Mi considero una fotografa, niente di più [...]
Desidero fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi, e penso che possa essere questo il mio contributo a un mondo migliore».
Tina Modotti, 1926

Tina Modotti era una fissa di Valerio (Peretti Cucchi), formidabile battutista e grande illustratore. A Striscia lo chiamavo l’“autore terzomondista”, perché più che alle star era interessato ai comici non ancora sviluppati e a fenomeni che definire di nicchia sarebbe già un’esagerazione.
Trent’anni fa Assunta Adelaide Luigia Saltarini Modotti, detta “Tina”, non era ancora protagonista di biografie più o meno romanzate né del progetto, per ora non realizzato, di un film interpretato da Madonna. La Modotti era di stranicchia, per palati gourmet. Come si poteva non restare affascinati da una bella donna con lo sguardo triste (il più intrigante), emigrata friulana, sartina, attrice, modella, scrittrice, prostituta d’alto bordo, fotografa, spia, volontaria del Soccorso Rosso Internazionale, agente provocatore?









 20 GENNAIO 2023 AUDITORIUM DELLA FILARMONICA 

"L'intelligenza non è artificiale per umani e umanoidi"

Alberto Diaspro è Professore Ordinario di Fisica Applicata presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Genova (UNIGE), Direttore della ricerca in Nanoscopia presso l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), Ricercatore affiliato presso l'Istituto di Biofisica (IBF) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ), Accademico ordinario dell'Accademia Ligure delle Scienze e degli Studi Umanistici. Direttore del Nikon Imaging Center presso IIT. Presidente del consiglio scientifico del Festival della Scienza. E’ co-fondatore della start-up “Genoa Instruments”

         (1978-1983) Dottorato di Ricerca in Ingegneria Elettronica, Dip. di Biofisica e                                     IngegneriaElettronica, Università di Genova, Italia.

          (1984) Abilitazione all'attività professionale di Ingegneria Elettronica.
(1983-1987) Consulente per la Ricerca e Sviluppo di Sistemi Automatizzati - Orsi Automazione, IT.
(1985-1987) Professore post-dottorato e a contratto, Istituto di Biofisica, Facoltà di Medicina, Università di Genova, IT,
(1987-1988) Consulente scientifico sulla diffusione 3D a microonde di oggetti metallici, Aeritalia SaiPa, Torino, IT,
 
Dichiarazione personale.


Citazione AD (breve)
AD ha fornito contributi originali e innovativi allo sviluppo e all'applicazione della microscopia ottica nei regimi lineare, non lineare e di super-risoluzione e all'impatto critico sulla biofisica cellulare e molecolare.

d.C. in breve.
Alberto Diaspro è Professore Ordinario di Fisica Applicata presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Genova (UNIGE), Direttore della ricerca in Nanoscopia presso l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), Ricercatore affiliato presso l'Istituto di Biofisica (IBF) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ), Accademico ordinario dell'Accademia Ligure delle Scienze e degli Studi Umanistici. Nel 2014 Toshiuki Masai, Presidente di Nikon Instruments, Giappone, ha nominato AD come Direttore del Nikon Imaging Center presso IIT. È stato vicedirettore e direttore di dipartimento presso IIT (2009-2019), presidente di OWLS, EBSA e vicepresidente nominato ICO. L'esperienza di ricerca specifica dell'AD è legata alla progettazione, realizzazione e utilizzo di strumentazione ottica e biofisica applicata all'oncologia molecolare (cromatina, endocitosi e meccanismi di adesione), alle neuroscienze (mappatura del cervello e segnalazione della rete neuronale) e ai materiali intelligenti (somministrazione intelligente di farmaci e materiali nanocompositi ). AD ha progettato e realizzato il primo spettrometro CIDS italiano (1987), il primo microscopio multifotone italiano (1999) e un “nanobiorobot” artificiale ibrido (2000-2005). Ha diretto la progettazione e realizzazione della 1a architettura italiana di nanoscopia presso IIT (2008). Tra gli sviluppi internazionali, AD ha introdotto metodi chiave nella microscopia ottica e correlativa, vale a dire: Scattering differenziale di intensità circolare (CIDS) senza etichetta per studiare l'organizzazione della cromatina-DNA accoppiato con super risoluzione, localizzazione di singole molecole a livello di singola molecola accoppiata con illuminazione del piano selettivo microscopia (IML-SPIM) per studiare oggetti spessi come aggregati tumorali, microscopia a deplezione a emissione stimolata da due fotoni a lunghezza d'onda singola (SW-2PE-STED), attivazione a due fotoni e commutazione di proteine ​​fluorescenti verdi ingegneristiche e nanoscopia correlativa (AFM-STED) . AD è co-fondatore della start-up “Genoa Instruments”, la prima azienda italiana dedicata allo sviluppo di microscopi ottici super risolti basati sull'accoppiamento di microscopia a scansione di immagini e array di rilevamento di singoli fotoni. AD ha pubblicato più di 450 articoli scientifici, 18000 citazioni, H=63 (fonte Google Scholar). Tra i suoi 6 libri: Diaspro, A. (Ed.) (2001) Confocal and Two-Photon Microscopy, Wiley. È redattore capo di Microscopy Research and Technique. AD è membro SPIE, membro senior dell'IEEE e dell'OSA.
AD ha ricevuto l'Emily M.Gray Award per il tutoraggio in Biofisica nel 2014 e il Premio per la Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Fisica nel 2019. Dal 2016 AD è Presidente del Consiglio Scientifico del “Festival della Scienza” - www.festivalscienza.eu . AD ha progettato e organizzato la mostra scientifica “Beyond Science” e “Pop Microscopy”, che è stata utilizzata anche come testimonial per i 500 anni di Leonardo presso l'Ambasciata Italiana negli USA, Washington DC. Recentemente ha pubblicato un popolare libro in italiano, “Quello che gli occhi non vedono” con Hoepli (2020), tradotto e pubblicato da Springer (2022) come "Expedition into the Nanoworld). La maggior parte delle attività di divulgazione possono essere trovate su https ://peerj.com/Diaspro/ Dal 2021 AD è stato nominato Presidente della Società Italiana di Biofisica Pura e Applicata (SIBPA) e nel 2022 ha ricevuto il Premio Gregorio Weber per l'eccellenza negli studi, teoria e applicazione della fluorescenza.
 
Incarichi, incarichi scientifici e riconoscimenti (selezionati)

Esperienze accademiche e di ricerca
(2018-oggi) Professore Ordinario di Fisica Applicata presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Genova; (2018-oggi) Socio Accademico dell'Accademia Ligure delle Scienze e Scienze Umanistiche; (2019-oggi) Co-fondatore start-up Genoa Instruments; (2014-oggi) Direttore Scientifico Nikon Imaging Center presso IIT; (2009-oggi) Direttore di Ricerca del Dipartimento di Nanofisica presso IIT , PI, Vicedirettore dell'IIT; (2007-2012) Direttore della ricerca su Microscopia e Nanoscopia di Biomolecole, IFOM-FIRC Istituto di Ricerca sul Cancro, Milano, IT; (1989-2000) Brevi attività di ricerca presso Drexel University (Philadelphia), Universidad Autonoma de Madrid (Spagna), Accademia Ceca delle Scienze (Praga), LFD, Dpt.Physics, University of Illinois (Urbana-Champaign).

Premi, riconoscimenti e attività (selezionato)
(2022) Premio Gregorio Weber per l'eccellenza negli studi sulla fluorescenza; (2022) EOS (European Optical Society) Fellow (2021-oggi) Presidente della Società Italiana di Biofisica Pura e Applicata - SIBPA; (2019) Premio Comunicazione Scientifica SIF (Società Italiana di Fisica); (2016) Membro senior dell'OSA-Optica (Optical Society of America); (2016-oggi) Presidente del Consiglio Scientifico del "Festival della Scienza", Italia; (2014) Premio Emily M. Gray della Biophysical Society in riconoscimento del contributo significativo alla formazione in biofisica; (2014) Fellow della SPIE (Società internazionale di ottica e fotonica); (2011-2012) Testimonial “Life in Science” del Comune di Genova; (2011) Presidente di OWLS (Optics Within Life Sciences); (2009) Presidente dell'EBSA (European Biophysical Societies' Association), (1994) Membro senior dell'IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers); Redattore capo del dipartimento di ricerca e tecnica della microscopia (Wiley). H=63 (Google Scholar) >450 pubblicazioni scientifiche, >250 conferenze su invito. Attività di divulgazione: mostre "Beyond Science" e “Pop Microscopy” e libro “Expedition into the Nanoworld” (Springer 2022).
 
Conferenze scientifiche su invito (selezionate su >250 inclusa la diffusione)

1. Keynote Weber Lecture Prize, Weber Symposium on Fluorescent, (2023) Punta de Este, Uruguay, “Il microscopio multimodale e l'allegoria della caverna di Platone. Aumentare la conoscenza accoppiando fluorescenza e meccanismi di contrasto senza etichetta”.
2. Lezione di apertura, Fluorescent Neuro-Imaging and Photonics (FNIP) che celebra gli 800 anni dell'Università di Padova – Padova, Italia – 29 settembre 2022 - “Microscopia ottica multimodale, dalla fluorescenza al label-free”.
3. Keynote Plenaria "Relazione generale" - 106°° Congresso, Società Italiana di Fisica (2020), Milano, "Microscopia ottica su scala nanometrica della macchina biologica",Virtual due to COVID-19.
4. Seminario alla Columbia University – Invitato dal Premio Nobel Prof. Martin Chalfie, New York, USA. 5 febbraio 2020. Un "microscopio per la diversità della luce" per un approccio multi-messaggero allo studio del campione biologico.
5. Metodi di imaging avanzati (AIM) 2020 –Università della California, Berkeley, USA. 30 gennaio 2020. La microscopia ottica multi-messaggero accoppia la fluorescenza e l'imaging senza etichetta.
6. Keynote Plenary SPIE BiOS Hot Topics (2017) “The Extra Microscope”, San Francisco, USA.
7. Keynote Plenaria FOM Focus on Microscopy (2015) “Il percorso dalla super-risoluzione al premio Nobel 2014” Goettingen, Germania.
8. XXX CONGRESO ANNUAL - Corso SAN-ISN “Metodi all'avanguardia nella ricerca sulle neuroscienze” – Mar Del Palta, Argentina – 27-29 settembre 2015. “Nanoscopia 2.0. Tecnologie convergenti e correlative”.
9 Lezione principale. V Seminario Internazionale sulle Nanoscienze e le Nanotecnologie – l’Avana,
10. Keynote, Imaging ottico funzionale – IBIOS. (2011) "La ricerca nelle scienze della vita richiede la terza dimensione con un'elevata risoluzione spaziale e temporale", Università di Nottingham, Ningbo Campus, Cina.

Conferenze di divulgazione scientifica su invito (recenti selezionate oltre >250 comprese quelle scientifiche pure)
1. Science is Cool! Lezione di Natale Università di Pavia – Pavia, Italia – 19 dicembre 2022 – “Ho visto cose!”
2. Lectio Magistralis, Università Milano Bicocca – Milano, Italia – 5 dicembre 2022 – “Ho visto cose! La bellezza e il piacere della ricerca nell'era del metaverso”.
3. Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, “La Grande Bellezza dell'immagine scientifica” – Palazzo di Brera, Milano, Italia – 24 maggio 2022 – “Ho visto cose! L'esplorazione del vivente tra DNA e proteine”
4. Festa di Scienza e di Filosofia 2022 – (organizzatore Pierluigi Mingarelli) Foligno, Italia – 24 aprile 2022 – “Come una molla carica. Assorbire conoscenza, rilasciare Scienza”
5. Festival della Scienza – Cagliari, Italia – 9 novembre 2021. “Bellezza chiama passione, passione chiama ricerca”
6. Festival della Comunicazione 2021 – (organizzatore Danco Singer), Camogli – 11 settembre 2021 – “Mayday ! Primo Maggio! Futuro chiama Conoscenza”.
7. Loving Books - Dialoghi di e sui libri – Biblioteca universitaria di Genova. 26 marzo 2021. Dialogo con Francesca Vecchioni e Nicla Vassallo “Pregiudizi inconsapevoli”.
8. Festival dell'Acquedotto – Teatro dell'Ortica, Genova, Italia – 3 settembre 2020. “Una Famiglia per la Scienza. Aspettatevi l'inatteso! Homo Galacticus tra scienza e fantascienza”
9. TEDX Milano 2019 – (organizzatori Dr. Catherine e François de Brabant), Teatro Dal Verme Milano, Italia. 29 settembre 2019. “Uragano nanotecnologico”
10. Piccolo Teatro di Milano, “Nanotecnologie per il vivente” duetto con l'attrice Lucia Marinsalta in “Natura magistra scientiae L'evoluzione diventa tecnologia!”, Chiostro Nina Vinchi, Milano, 17 maggio 2016 Presidente


/Direttore di incontri scientifici (selezionati su 40)
2020 Scuola di fisica “ENRICO FERMI”- Corso 210: Microscopia ottica multimodale e nanoscala, Varenna, IT - spostato al 2022 a causa dell'emergenza COVID-19. 2019 Scuola di Microscopia Ottica su Nanoscala, IVSLA, Venezia, IT; 2016 43° Corso, Scuola di Biofisica “Antonio Borsellino” - Centro Ettore Majorana, Erice, IT; 2015 LSFM (Light Sheet Fluorescent Microscopy), Conferenza, Genova, IT; 2013 Convegno MAF13 (Metodi e Applicazioni della Fluorescenza), Genova IT; 2012 Convegno OWLS2012 (Optics Within Life Sciences), Genova IT. 2009 Conferenza EBSA (European Biophysical Societies' Association), Genova IT; 2003 FOM Focus sulla Microscopia, Genova, IT.
Organizzazione di > 20 workshop pratici avanzati sulla Microscopia Ottica Avanzata dal 2000.
Organizzazione di 5 scuole Nikon Imaging Center sulla microscopia avanzata, dal 2014.
Board internazionale SPIE Photonics West, Multiphoton Microscopy, dal 2000.
 
Incarichi istituzionali, commissioni di fiducia, società e riviste (selezionate)
Dal 2015 Membro del panel ERC PE3 StG. Valutatore esperto CZI (Chan Zuckerberg Initiative). Responsabile dei Peer per la valutazione del Dipartimento di Nanobiotecnologia, Università delle Risorse Naturali e delle Scienze della Vita Vienna - BOKU. Valutatore, tra gli altri, del progetto Agora del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, “The Nature of Artificial Intelligence”. Comitato di valutazione Centro scientifico nazionale, Polonia, pannello ST3. Membro del comitato consultivo scientifico del Cluster of Excellence “Microscopia su nanoscala e fisiologia molecolare del cervello (CNMPB)”, Goettingen, Germania. Membro Comitato Consultivo Internazionale Nano5 - Seminario Internazionale sulle Nanoscienze e le Nanotecnologie - Centro Studi Avanzati (CEAC) – CUBA. Ho fatto parte di diverse commissioni per la valutazione dei progetti o per la selezione dei professori. Ho partecipato a commissioni di valutazione di programmi di ricerca. Revisore per enti di ricerca in Italia, Europa, USA, Cina. Redattore capo del Wiley Journal "Microscopy Research and Technique". Membro del comitato editoriale e revisore per riviste specializzate (gruppo Nature, Wiley, Elsevier, Springer, Frontiers, OSA, SPIE). Membro del Comitato per le Relazioni Internazionali della Biophysical Society. Mentore del Capitolo Studenti della Biofisica@Genova Biophysical Society.
 
Supervisione dottorandi e assegnisti post-dottorato (selezionati over 40)
Agnieszka Pierzynska-Mach (PostDoc 2017-18) Responsabile del progetto. Azioni Marie Sklodowska-Curie dell’UE, IIT; Luca Lanzano' (2013-20 PostDoc), Prof. Appl.Phys, Univ. di Catania; Giuseppe Vicidomini (2008, 2011-3 PostDoc, 2013-19 Res.), Tenure PI, IIT, Genova - ERC Starting Grant; Benjamin Harke (2011-3 PostDoc, 2013-16 Res.), Manager e fondatore Abberior Instr., DE; Takahiro Deguchi, (2016-20 PostDoc) Ris. EMBL, Heidelberg; Paolo Bianchini (2008, 2009-14 PostDoc, 2014-8 Ris.) Ris. Tech., IIT.; Marti Duocastella (2017 PostDoc), Lect. Serra Hunter, Dipartimento di Fisica Appl., Univ. di Barcellona. Francesca Cella Zanacchi (2009, 2010-9 PostDoc) Ris., Dip. di Fisica, Univ. di Pisa; Emiliano Ronzitti (2010) Res., Wavefront Engineering Group, Univ.Paris Descartes; Kseniya Korobchevskaya (2013) Scienziata, Kennedy Inst. di Reumatologia, Univ. di Oxford; Silvia Galiani (2014) Scienziata, MRC, Weatherall Inst. di Mol. Med., Univ. di Oxford; Jenu Varghese Chacko (2014) Ris. Laboratorio. Opz.Comput. Istituto, Madison, WI, USA; Ivan Coto Hernandez (2015) Res., Harvard Medical School; Lorenzo Scipioni (2018) PostDoc, Univ. della California, Irvine, USA; Melody Di Bona (2019) PostDoc, Memorial Sloan Kettering Cancer Center, New York; Giulia Zanini (2019) PostDoc, Dip. Bioingegneria, Univ. del Maryland, Baltimora; Elena Cerutti, dottore di ricerca. Ricercatore, Ospedale Policlinico San Martino, Genova (2022).




FONDI DI RICERCA (selezionati)

2022 – PNRR IR SEELIFE Eurobioimaging – Unità di Ricerca presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Genova – 2.200 KEuro circa; 2022 – PNRR MNESYS Progetto Neuroscienze UNIGE; 2022- PNRR NQSTI progetto Istituto Nazionale delle Scienze e Tecnologie Quantistiche - IIT; 2015- 2021 EUROBIOIMAGING - EU FP7 UNIONE EUROPEA – IT - 250kE – Microscopia ottica avanzata; 2018-2021; 2019- 2021 Qchromdek- H2020-MSCA-IF-2018 – 170 kE Supervisore - Studio delle dinamiche specifiche nell'organizzazione della cromatina; PRIN 2017- MIUR – IT- 160 kE - “Integrazione di tecniche spettroscopiche e di imaging all'avanguardia per l'analisi strutturale dei macchinari delle cellule viventi dal livello atomico a quello cellulare”, 36 mesi, settore di ricerca europeo PE4, prot. 20177XJCHX_003; 2013 – 2016 PRIN 2010-201 MIUR – IT 140 kE - “L'equilibrio tra eccitazione ed inibizione nel sistema nervoso centrale: trasmissione sinaptica, plasticità e sinaptopatie” per la realizzazione di un “Sistema ibrido di microscopia ottica a super risoluzione”, 36 mesi, prot. 2010JFYFY2_002; 2012 – 2015 LANIR (Label free Nanoscopy using InfraRed) - FP7 EU NMP – IT 490 kE; 2007 – 2012 Microscopia e Nanoscopia per inseguimento dinamico di biomolecole in 3D in sistemi cellulari IFOM-FIRC – IT 350 kE.
 

Contributi alla

citazione scientifica (esteso)
AD ha fornito contributi significativi e fondamentali allo sviluppo di metodi e architetture sperimentali in microscopia ottica volti a comprendere i meccanismi molecolari alla base delle funzioni cellulari e i relativi malfunzionamenti. Nel pieno spirito dell'approccio biofisico, ha saputo coniugare in modo decisivo fisica e biologia per studiare il delicato rapporto tra struttura e funzione a livello cellulare e molecolare. Ha introdotto in modo originale l'uso della diffusione della luce polarizzata come metodo label-free, dimostrandone teoricamente e sperimentalmente l'applicazione allo studio dei biopolimeri. È stato un innovatore dalla microscopia ottica tridimensionale alla superrisoluzione. È stato un pioniere nella microscopia di localizzazione di singole molecole per la fotoattivazione e la fotocommutazione a due fotoni di proteine ​​fluorescenti. È stato il primo a sviluppare la microscopia di localizzazione di singole molecole super-risolta su campioni spessi, cioè su aggregati di cellule tumorali. Ha dimostrato la possibilità di utilizzare una singola lunghezza d'onda per eccitare e "impoverire" con stati di eccitazione a due fotoni ad emissione stimolata nel campo della superrisoluzione e ha creato il primo sistema di nanoscopia ottica correlativa alla forza atomica. Non c'è settore avanzato della microscopia ottica che non abbia visto il contributo originale di Alberto Diaspro, indiscusso leader mondiale in questo campo. Le sue idee originali hanno contribuito alla formazione dei ricercatori in virtù di una preparazione forgiata con una leadership generosa e intransigente allo stesso tempo. Alberto Diaspro ha saputo portare la microscopia ottica ai suoi massimi livelli con entusiasmo, passione e una visione sempre proiettata al futuro in modo unico nel panorama internazionale per l'originalità e l'ampiezza delle metodiche. Alberto Diaspro ha fornito un contributo concreto, innovativo e fondamentale alla ricerca scientifica e alla sua divulgazione.

Interessi di Ricerca.
I principali interessi scientifici sono legati alla progettazione, realizzazione e utilizzo di microscopi ottici avanzati multimodali a fluorescenza e label-free per studiare l'organizzazione della cromatina e il traffico neuronale dalla micro alla nanoscala.
 
Di seguito viene riportata una selezione di contributi significativi nel campo della microscopia ottica che dimostrano l’impatto riconosciuto a livello internazionale della ricerca originale e pionieristica sull’AD. AD ha inoltre saputo formare giovani ricercatori che oggi occupano posizioni di eccellenza in tutto il mondo portando alta la bandiera della scuola italiana di microscopia nata presso il DiasproLab. AD è cofondatore della start-up Genoa Instruments (2019) strumenti ad alte prestazioni per garantire tecnologie di ricerca all'avanguardia e cicli di sviluppo brevi (https://www.genoainstruments.com)

Diritti di proprietà industriale (selezionati su >15)
1. Microscopia ad accesso casuale con deplezione di emissioni stimolate (STED). Priorità IT 0001416928 rilasciata il 20.07.2015; EP2976670; US 9810966, JP 6511433.
2. Microscopia a deplezione di emissioni stimolate (STED) basata sul time gating del fascio di eccitazione e sul rilevamento sincrono dell'emissione di fluorescenza. Priorità IT 0001419819 rilasciata il 11.12.2015; Stati Uniti 9772285, JP 6454344, EP3033610.
3. LIQUITOPY: marchio registrato il 19/01/2018. EP 017149451.
4. Metodo di microscopia a deplezione di emissioni stimolate ad alta risoluzione spaziale. – Priorità IT 102017000118432 emesso il 22.01.2020; Internazionale domanda di brevetto PCT n. WO 2019/077556. (USA, EP)
5. Metodo di imaging risolto nel tempo con elevata risoluzione spaziale. Priorità IT 102018000001891 rilasciata il 20.03.2020; Internazionale domanda di brevetto PCT n. PCT/IB2019/050595. (US, JP, CN, EP)


Pubblicazioni selezionate (oltre >450, database pubblici GOOGLE, SCOPUS, PUBMED, ISI, LOOP)
 1. Ashraf MW, Diaspro A. (2022) On the strutturarorganisation of macromolecules using chiral Sensitive Differential Scattering di luce polarizzata circolarmente, Optics Communications,
522: 128639.
2. Le Gratiet A., Lanzano L., Bendandi A., Marongiu R., Bianchini P., Sheppard CJR, Diaspro A. (2021) Phasor approccio of Mueller Matrix Optical microscopia a scansione per l'imaging di tessuti biologici. Diario biofisico. 120:1-14.
3. Castello M., Tortarolo G., Buttafava M., Deguchi T., Villa F., Koho S., Pesce L., Oneto M., Pelicci S., Lanzano L., Bianchini P., Sheppard C., Diaspro A., Tosi A., Vicidomini G. (2019) Una piattaforma robusta e versatile per la microscopia a scansione di immagini che consente FLIM a super risoluzione. Metodi naturali16 (2): 175-178.
4. Sarmento MJ, Oneto M., Pelicci S., Pesce L., Scipioni L., Faretta M., Furia L., Dellini GI, Pelicci PG Bianchini P., Diaspro A., Lanzanò L. (2018) Exploiting the sintonizzabilità della microscopia a deplezione di emissioni stimolate per l'imaging a super risoluzione di strutture nucleari. Comunicazioni sulla natura. 9: 3415.
5.Duocastella M., Sancataldo G., Saggau P., Ramoino P., Bianchini P., Diaspro A. (2017) Microscopio volumetrico a foglio di luce veloce senza inerzia. Fotonica ACS. 4(7): 1797-1804.
6. Lanzanò L., I. Coto Hernández, M. Castello, E. Gratton, A. Diaspro e G. Vicidomini (2015) "Codifica e decodifica delle informazioni spazio-temporali per la microscopia a super risoluzione", Nature Communications, vol. 6, n. 1, pag. 1347,
7. Bianchini P., Harke B., Galiani S., Vicidomini G., Diaspro A. (2012) Imaging a super risoluzione 2PE-STED a lunghezza d'onda singola. PNAS 109 (17): 6390 - 6393.
8.Cella Zanacchi F, Lavagnino Z., Perrone Donnorso M., Del Bue A., Furia L., Faretta M., Diaspro A. (2011) Imaging 3D a superrisoluzione di cellule vive in campioni biologici spessi. Naz. Metodi. 8 (12): 1047 – 1049.
9. Palamidessi A., Frittoli E., Garré M., Faretta M., Mione M., Testa I., Diaspro A., Lanzetti L., Scita G., Di Fiore PP. (2008). Il traffico endocitico di rac è necessario per la restrizione spaziale della segnalazione nella migrazione cellulare. Cellula. 134(1): 135–147.
10. Schneider M., Barozzi S., Testa I., Faretta M., Diaspro A. (2005). Proprietà di attivazione e eccitazione a due fotoni di PA-GFP nella regione 720–920 nm, Biophysical Journal, 89 (2): 1346-1352.
 
Articoli di revisione (selezionati)
1. Diaspro A., Bianchini P. (2020) Optical nanoscopy. Riv. Nuovo Cim. 43(8):1-71
2. Vicidomini G., Bianchini P., Diaspro A.(2018) STED superresolved microscopy. Naz. Metodi 15:173–182.
3. Hell SW, Sahl SJ, Bates M., Zhuang X., Heintzmann R., Booth MJ, Bewersdorf J., Shtengel G., Hess H., Tinnefeld P., Honigmann A., Jakobs S., Testa I. , Cognet L., Lounis B., Ewers H., Davis SJ, Eggeling C., Klenerman D., Willig KI, Vicidomini G., Castello M., Diaspro A., Cordes T. (2015) La super-risoluzione del 2015 tabella di marcia per la microscopia. J. fisico. D 48 (44): 443001.
4. Deschout H., Zanacchi FC, Mlodzianoski M., Diaspro A., Bewersdorf J., Hess ST,Braeckmans K. (2014) Precisamente e accuratamente localizzare singoli emettitori nella microscopia a fluorescenza. Naz. Metodi. 11:253-266.
5. Diaspro, A.; Chirico, G. & Collini, M. (2005) Eccitazione della fluorescenza a due fotoni e tecniche correlate in microscopia biologica. Revisione trimestrale Biofisica. 38(2): 97-166.

Elenco completo delle pubblicazioni:
https://scholar.google.com/citations?hl=it&user=FtRb-LIAAAAJ&view_op=list_works&sortby=pubda


 











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                                                         LIBRI                                                                      


Fondamenti e miscroscopia a fluorescenza: esplorare la vita con la luce

Partha Pratim e Alberto Diaspro edizioni Sprienger

Questo libro inizia a un livello introduttivo e conduce il lettore agli argomenti più avanzati nell'imaging a fluorescenza e nelle tecniche di super-risoluzione che hanno consentito nuovi sviluppi come il nanobioimaging, la microscopia multifotonica, la nanometrologia e i nanosensori.
L'argomento interdisciplinare della microscopia a fluorescenza e dell'imaging richiede una conoscenza completa dell'ottica dell'imaging e della fisica molecolare. Pertanto, questo libro affronta l'argomento introducendo concetti di imaging ottico prima di approfondire i sistemi di imaging avanzati e le loro applicazioni. Inoltre, la teoria degli orbitali molecolari costituisce una base importante per presentare la fisica molecolare e acquisire una comprensione completa dell'interazione luce-materia nel fuoco geometrico. Le due discipline hanno una certa sovrapposizione poiché la luce controlla gli stati molecolari delle molecole e, viceversa, gli stati molecolari controllano la luce emessa. Questi due meccanismi insieme determinano fattori essenziali di imaging come la sezione trasversale molecolare, lo spostamento di Stoke, gli spettri di emissione e assorbimento, la resa quantica, il rapporto segnale-rumore, il trasferimento di energia di risonanza di Forster (FRET), il recupero della fluorescenza dopo il fotosbiancamento (FRAP) e durata della fluorescenza. Questi fattori costituiscono la base di molti dispositivi basati sulla fluorescenza.

Il libro è organizzato in due parti. La prima parte tratta i fondamenti dell'ottica per l'immagine e le sue applicazioni. La parte avanzata si occupa di diverse tecniche di imaging e della relativa strumentazione che sono state sviluppate nell'ultimo decennio puntando verso l'imaging illimitato con diffrazione di campo lontano.





Quello che gli occhi non vedono. Il microscopio : storia di un pezzo di vetro e dell'arcobaleno

Alberto Diaspro edizioni Hoepli

La più recente strumentazione ha permesso di arrivare a vedere quello di cui sono fatte le cose che ci circondano con un continuo maggior dettaglio, passando dal centinaio di micrometri al centinaio di nanometri per arrivare alla supervista con la capacità di localizzare con precisione quasi atomica gli oggetti. Attraverso un percorso sia storico (da Galileo all’Istituto Italiano di Tecnologia) sia tecnico (superrisoluzione, superocchi, intelligenza arti ciale), l’autore mostra come a partire dall’incontro della luce dell’arcobaleno con la materia attraverso un pezzo di vetro curvo si siano sviluppate tecnologie ad altissima sofisticazione che portano a soluzioni di grande efficacia per ricerche e diagnosi sempre più precise.


Expedition into the Nanoworld: An Exciting Voyage from Optical Microscopy Nanoscopy

Alberto Diaspro edizioni Springer
 

The story of microscopy over the years is one of wonder, revelation, and even love. What better words could there be to describe the amazing things that we have been able to see, learn and accomplish thanks to the progress made in this field? A love story between a pieace of glass and the rainbow with an original soundtrack mad of poetry and music.

From Galilei’s initial foray into basic optical microscopy, including the Camillo Golgi and Giuliano Toraldo di Francia lessons, to such later developments as time-resolved microscopy, multi-photon microscopy and three-dimensional microscopy to innovations such as optical nanoscopy, bioimaging and super resolution imaging, the book seeks to take the reader, be they scientist or layperson, on a journey through the evolution of the microscope and its many uses, including in the field of medicine.

The author uses visible light as a through-line to unite the various chapters, as well as using fluorescence as a touchpoint from which to map the changes in the science, a significant choice, as it, along with label-free approaches and the addition of artificial intelligence, form the natural environment for development of the modern multi-messenger microscope towards bioimaging at the nanoscale.








2 DICEMBRE 2023 AUDITORIUM DELLA FILARMONICA 

"Occupiamoci di finanza prima che "lei" si occupi di noi"

La finanza è la disciplina economica che studia i processi e le scelte di investimento e finanziamento, soffermando l'analisi sul lato prettamente tecnico, cioè prezzatura (pricing), copertura (hedging) e valutazione delle attività oggetto dell'investimento o finanziamento.

Per finanza etica si intende un insieme di attività finanziarie sviluppate con metodi, strategie e strumenti che, discostandosi dall'ottica del massimo profitto, consentono di perseguire un congruo guadagno anche attraverso l'assunzione di impegni di rilevanza sociale.

Andrea Barolini. è un giornalista economico e ambientale, direttore della testata online “Valori” (valori.it). Valori è la testata giornalistica di proprietà della Fondazione Finanza Etica, promossa da Banca Etica ed Etica Sgr. La fondazione culturale costituita da Banca Etica e da Etica sgr con il compito di promuovere, diffondere e approfondire i principi, le buone pratiche e gli sviluppi della finanza etica e della nuova economia.

Andrea  Barolini collabora con giornali, portali, tv e agenzie in Italia, Francia e Svizzera. Valori promuove FestiValori, la cui ultima edizione si è tenuta a Modena dal 20 al 23 ottobre 2023.

"Vivo in Francia, amo le passeggiate in montagna, le storie di Kapuściński, la neve, le persone appassionate, le descrizioni di Calvino, le canzoni di De Gregori, la Bretagna, Keynes, il peperoncino e il museo Marmottan. Faccio da dieci anni il giornalista economico e ambientale nella speranza di riuscire a lanciare un sassolino nello stagno: scrivere per fare eco all’eco non serve a niente. Detto ciò, il pomeriggio ideale è quello passato davanti ai fornelli in attesa di cenare con gli amici."

Citazione preferita “Ci sforziamo di dare un senso, una forma, un ordine alla vita, e alla fine la vita fa di noi quello che le va” (Fernando Aramburu)


Claudia Vago è project manager di Valori.it dal 2017 e si occupa di progettare le strategie di diffusione dei contenuti del sito. E' Presidente della sezione Anpi di Chiavari.


Valori è la testata giornalistica di proprietà di Fondazione Finanza Etica, promossa da Banca Etica ed Etica Sgr.

Dal 2002 la nostra redazione realizza inchieste e reportage per avvicinare le persone al mondo della finanza e dell’economia. Temi spesso ritenuti “complessi”, ma che ci impegniamo a tradurre in modo comprensibile, perché la qualità della vita, dell’ambiente, delle nostre comunità sono profondamente connesse alle scelte che avvengono nelle aziende e nei mercati.

Dal 2018 abbiamo intrapreso una nuova strada, sviluppata anche grazie all’esperienza di Non con i miei soldi!, per fare arrivare le nostre inchieste ad un numero maggiore di persone, coinvolgendole attraverso un giornalismo capace di valorizzare gli strumenti digitali, sperimentare nuovi media, entrare in relazione con il lettore nelle piattaforme social. 

Lavoriamo per accendere i riflettori sulle ingiustizie del sistema economico, evidenziare le conseguenze su scala locale e globale dei comportamenti individuali, promuovere esperienze alternative di economia sociale e sostenibile.

Valori è anche strumento di educazione finanziaria: l’Italia è tra i Paesi con i più bassi livelli di educazione finanziaria al mondo, noi crediamo in un’educazione finanziaria critica, indipendente, capace di mettere al centro le persone non solo come “clienti”, ma soprattutto come cittadini e cittadine capaci di cogliere le conseguenze non economiche delle azioni economiche.

   








                                                         LIBRI                                                                      


Non con i miei soldi! ed. 2019

edizione Altreconomia

Il sistema finanziario usa il nostro denaro per progetti che devastano l'ambiente o per speculare sul destino di interi Paesi. È il momento di dire basta! Informiamoci e cambiamo insieme la finanza.
"Non con i miei soldi!" ha l'obiettivo di fornire a tutti, risparmiatori e cittadini, gli strumenti per non essere più complici del sistema finanziario.
La finanza globale infatti a più di 10 anni dalla crisi non è cambiata molto: è un sistema ipertrofico, poco efficiente, insostenibile, che somiglia a un casinò in cui pochissime persone si arricchiscono, scommettendo sul fallimento di interi Paesi, investendo in progetti nocivi per l'ambiente oppure speculando sul cibo, fino all'esplosione della prossima "bolla". Ma quel che è peggio è che lo fanno con i nostri soldi! Questo libro è una "scuola", che parte dall'ABC finanziario, spiega con chiarezza i fondamentali della finanza e -tra un'ora di speculazione e una gita nei paradisi fiscali- arriva al master in Finanza Etica. Sì, perché tutti possiamo investire i nostri soldi in progetti a favore delle persone e dell'ambiente.
Le "lezioni" sono a cura di Andrea Baranes, vice presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, presidente di Etica SGR, Andrea Tracanzan, Responsabile Dipartimento Proposta di Finanza Etica, Claudia Vago, project manager di Valori.it e Domenico Villano, sociologo. In copertina: illustrazione di Andrea De Santis.
"Non con i miei soldi!" è realizzato in collaborazione con Fondazione Finanza Etica.



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  18 novembre 2023 AUDITORIUM DELLA FILARMONICA 

"Luigi Tenco - Per la testa grandi idee"

Mario Dentone. Nato a Chiavari nel 1947, è cresciuto a Riva Trigoso e vive a Moneglia. 
Collabora come cultore della materia alle Cattedre di Lingua Italian, Storia del Teatro e dello Spettacolo, Scrittura Creativa e Laboratorio presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. Collabora abitualmente con racconti su personaggi e avvenimenti della storia del Levante ligure a “Il Secolo XIX”.

Ha pubblicato varî romanzi… Equilibrio (1981, vincitore del premio “Rapallo Prove”); Al Mattino Era Notte (1983); Donna di carta velina (1988); Il gabbiano (1995); La Badessa di Chiavari (2007, messo in scena nel 2009 a Savona e su varie piazze, per la regia di Daniela Balestra; nel 2008 al romanzo è stato assegnato il primo premio assoluto “Il Maestrale” per la narrativa edita); la trilogia di Geppin Vallaro: Il padrone delle onde (2010), Il cacciatore di orizzonti (2012) e Il signore delle burrasche (2014); la trilogia di Elisa Luce: La Capitana - 1. L’ammutinamento (2016), La Capitana - 2. L’orgoglio del mare (2019) e La Capitana - 3. Non c’è mai l'ultima onda (2021); in “Mala morte a San Nicolao” (F.Benente-M.Dentone, 2019): Neve rossa al San Nicolao; il primo volume della trilogia di Michele: Un marinaio - 1. La moglie del capitano (2023).
Non mancano racconti e saggi pubblicati su riviste culturali, relazioni a convegni letterari e conferenze: il volume di racconti La prima spiaggia (2007); il saggio biografico Luigi Tenco - Per la testa grandi idee (2008); Gente di mare (2018, storie e persone di Riviera nei racconti pubblicati sul “Secolo XIX”); Gente di mare 2 (2020, feste e tradizioni popolari di Riviera nei racconti pubblicati sul “Secolo XIX”
Da alcuni anni alterna l'attività narrativa con quella teatrale. Ha infatti pubblicato diversi testi, fra cui: Ho sentito cantare un angelo (1990, già rappresentato parzialmente a Genova e dedicato a Nicolò Paganini), Una prigione di vetro (1994, dedicato a Luigi Tenco, in scena a Genova e altrove nel 1997 e rimesso in scena nel 2007), Monsieur Proust (1998, anch'esso rappresentato parzialmente), Un grido taciuto (1999, su Cesare Pavese), Una notte da papa (2001, su Adriano V Fieschi, in scena con successo nelle stagioni 2005-2006), Chi ha vissuto la mia vita? (2005, su Luigi Pirandello, messo in scena nel 2009 a Campobasso per la rassegna Molise in teatro dal Gruppo Maschere Nude "Amici del Teatro Pirandelliano", per la regia di Domenico Oriente), Anche il cielo è caduto (2007, atto unico sul crollo delle Torri Gemelle), La porta aperta (2010, atto unico), Gli occhi (2012, atto unico).
Il testo teatrale su Paganini è stato tradotto per l'Università Bulgara, mentre presso l'Università di Genova sono state discusse due tesi di laurea sul suo teatro e una tesi sui suoi romanzi, tutte con relatrice Graziella Corsinovi che nell'anno 2005-2006 ha anche tenuto un affollato corso monografico sempre sul teatro di Dentone.






Luigi Tenco

Nato il 21 marzo 1938 a Cassine, in provincia di Alessandria, il suo esordio discografico avviene nel 1959 con la pubblicazione contemporanea di due singoli, "Mai" e "Mi chiedi solo amore", riuniti anche in un unico EP.

Cresciuto artisticamente a Genova, da profondo appassionato di jazz, partecipa a differenti esperienze musicali in gruppi che ebbero, tra le fila, anche Bruno LauziGino Paoli e Fabrizio De André. Il suo primo gruppo si chiamava "Jelly Roll boys jazz band" e questo la dice lunga sui suoi gusti personali. I suoi miti di allora si chiamano infatti Jelly Roll Morton, Chet Baker, Gerry Mulligan, Paul Desmond.

Inizialmente il cantautore è accompagnato dal gruppo dei "Cavalieri", fra cui si possono annoverare alcuni fra i più bei nomi della musica italiana come Enzo Jannacci al pianoforte, Gianfranco Reverberi al vibrafono, Paolo Tomelleri al clarino e Nando De Luca alla batteria. Poco considerato da pubblica e critica, per il singolo successivo, "Amore", Tenco usa lo pseudonimo di Gigi Mai.

Un dato curioso da sottolineare e che pochi ricordano è che Tenco nel corso della sua carriera userà altri due pseudonimi: quello di Gordon Cliff nel 1960 per il singolo "Tell me that you love me" (versione inglese di "Parlami d'amore Mariù") e di "Dick Ventuno" per un'edizione del singolo "Quando", sempre del 1960, nonchè per le cover delle canzoni "Notturno senza luna" e "Qualcuno mi ama", incluse nell'antologia "Tutte le canzoni" del 24° Festival di Sanremo (1961).

Dal 1959 al 1963 incide per il gruppo Ricordi un album che prende il suo nome e una ventina di singoli, tra i quali "Mi sono innamorato di te" e "Io sì". Dal 1964 al 65 incide per la Saar (etichetta Jolly) un altro album "Luigi Tenco", intitolato ancora una volta, stranamente, con il suo solo nome e tre singoli. In questo periodo il cantante alterna le canzoni d'amore ("Ho capito che ti amo", "Ah .. l'amore, l'amore") con ballate di carattere sociale ("Vita sociale", "Hobby", "Giornali femminili" e altre ancora), che verranno pubblicati però solo dopo la sua morte.

Nel 1966 firma un contratto con la RCA, per la quale pubblica un album ("Tenco") e due singoli, "Un giorno dopo l'altro" e "Lontano, lontano".

Tenco è salito sul palco per l’ultima volta al Festival di Sanremo del ‘67 edizione numero 17, portando la canzone Ciao amore, ciao , purtroppo i nastri sono andati persi negli archivi Rai e rimangono solo foto e registrazione audio -  Tenco è tornato quindi in albergo, nella stanza 219 dell'Hotel Savoy di Sanremo. Lì, nella notte, un colpo di pistola alla testa ha messo fine alla sua vita. 

Di Luigi Tenco, morto a 28 anni, ci restano un centinaio di brani, alcuni dei quali pubblicati postumi. Canzoni senza tempo, che hanno lasciato un segno nel mondo della musica d'autore italiana e influenzato generazioni di artisti. Tenco cantava la vita, l’esistenza, l’attualità. I suoi testi andavano oltre la tristezza a cui spesso è associato. Erano anche ironici, di protesta, di denuncia. “Perché scrivi solo cose tristi?”, gli è stato chiesto in un’intervista. “Perché quando sono felice, esco”, ha risposto. E parlando con Sandro Ciotti, nel 1962, ha aggiunto: “La mia più grande ambizione è quella di fare in modo che la gente possa capire chi sono io attraverso le mie canzoni, cosa che non è ancora successa”. In un’altra intervista, poi, ha spiegato cosa voleva dire per lui cantare: “Canterò finché avrò qualcosa da dire. E quando nessuno vorrà più ascoltarmi canterò soltanto in bagno facendomi la barba, ma potrò continuare a guardarmi nello specchio senza avvertire disprezzo per quello che vedo”. Il suo messaggio è stato raccolto ed è ancora oggi portato avanti dal Club Tenco, fondato a Sanremo nel 1972 con lo scopo di sostenere la canzone d'autore: hanno partecipato i più grandi cantautori degli ultimi decenni, da Paolo Conte a Francesco Guccini, da Bruno Lauzi a Sergio Endrigo, da Giorgio Gaber a Francesco De Gregori, fino a Fabrizio De Andrè. De Andrè che, per l’amico scomparso, ha scritto il brano Preghiera in gennaio: “Signori benpensanti spero non vi dispiaccia se in cielo, in mezzo ai Santi, Dio, fra le sue braccia, soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte, che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte”.








  Un giorno dopo l'altro

                                                         LIBRI                                                                      

Per la testa grandi idee

Enrico De Angelis e Mario Dentone

L'artista simbolo della canzone d'autore, scomparso drammaticamente nel 1967, raccontato in uno straordinario cofanetto curato da Enrico De Angelis, fra gli organizzatori storici del Premio Tenco, e Mario Dentone. Luigi Tenco - Per la testa grande idee un'opera che raccoglie tutti i documenti video di Luigi Tenco rimasti nelle teche Rai e non solo. Presenti tutti i suoi classici, da Lontano Lontano a Mi sono innamorato di te a Vedrai Vedrai e memorabili momenti televisivi insieme a Lucio Dalla, Ornella Vanoni e i Rokes. Scrive Enrico De Angelis, che insieme a, Mario Dentone ha curato questa straordinaria pubblicazione: "Luigi Tenco non era considerato un personaggio molto televisivo, secondo i canoni correnti. La diffidenza era reciproca, ma probabilmente era più la televisione a tenersi a debita distanza da lui, che non viceversa. Troppo malinconico, volto tenebroso, canzoni difficili, carattere non incline al compromesso. Le testimonianze visive che ci sono rimaste di lui, perciò, sono limitate."




Io sono uno...e nessuno

Federica Minarelli edizioni Feltrinelli

Pavese, senza dubbio e, di sicuro, il Pirandello della pluralità dell'io. Esplicitamente Brecht e Vian. Senz'altro, quell'umore che viene dalla scuola esistenzialista: di Sarte, molto verosimilmente e di Camus per derivazione approssimativa. In maniera allusiva, s'intuiscono l'innominato Heidegger, alcuni lampi sulfurei di Friedrich Nietzsche e, per sorprendente rassomiglianza metabiografica, Carlo Michelstaedter. E poi, il pessimismo di Leopardi, il romanticismo di Foscolo, il decadentismo di Pascoli. I maledetti Baudelaire e Rimbaud e il maledettissimo Céline, per spirito di contraddizione alla buona norma borghese. E lo scandaloso Ovidio. Sono queste le carte, quasi sempre coperte, che abbiamo in mano per decifrare l'enigma che Luigi Tenco ha lasciato dietro di sé, inciso per sempre nel calco delle sue canzoni.



Ognuno è libero. Luigi Tenco e la nascita della canzone d'autore.

Matteo Abatti 

Chi fu Luigi Tenco? Sicuramente un uomo tormentato, un artista che precorse i tempi in modo coraggioso. Rispetto al passato, Tenco abbassò risolutamente lingua e linguaggio della canzone alle vicende della vita quotidiana. Trascinò sulla terra anche il tema universale dell'amore, lo spogliò dei suoi panni celesti per cucirgli addosso quelli dimessi del bisogno. Temi e parole erano in sintonia con la realtà e i sogni dell'epoca che viveva, e decise di non nascondersi alle contraddizioni che esplodevano dentro e fuori di lui: per questo la sua presa sul pubblico più giovane fu forte e immediata. La rivoluzione di Tenco aprì la strada a un modo completamente nuovo di concepire la canzone, che divenne così una forma di comunicazione artistica "di massa", cioè di tutti e per tutti, popolare perché ancorata alla lingua parlata, alla vita materiale di un paese che cambiava, di una generazione che cresceva con una gran voglia di libertà, pace e giustizia.



Un uomo solo

Antonio Iovane edizioni Mondadori

 

Un uomo solo racconta con la forza immersiva del romanzo il tormento, le contraddizioni e i sogni di un artista fuori dal tempo. Sanremo, 26 gennaio 1967. La Riviera è pronta a ospitare il Festival della Canzone Italiana: i giornalisti già parlano di un'edizione rivoluzionaria, perché sul palco si sfideranno la vecchia guardia guidata da Claudio Villa e Domenico Modugno e le voci nuove, come I Giganti, Little Tony, Lucio Dalla. E Luigi Tenco. Tenco è più conosciuto come autore che come interprete ed è lì perché vuole che il grande pubblico impari ad apprezzarlo: ha deciso che d'ora in poi nelle sue canzoni parlerà di problemi sociali, di disoccupazione, di legge sul divorzio, di mafia, e vuole che tutti lo ascoltino, anche il pubblico delle canzonette, perché "le idee non valgono da sole, valgono solo se qualcuno le recepisce". Insieme a Dalida, la diva francese con cui ha avuto un'intensa ma breve relazione, canterà Ciao amore, ciao che racconta la grande emigrazione dalla campagna verso la città, una canzone orecchiabile ma impegnata. Mentre si avvicina il momento dell'esibizione, però, Tenco capisce che sta tradendo se stesso, che lui non ha nulla a che fare con quel mondo. È nervoso, beve, le ultime prove sono un disastro, e quando sale sul palco appare già rassegnato; l'esibizione è pessima, le giurie bocciano la canzone, che non viene nemmeno ripescata. La delusione lo rende furioso, non segue Dalida e gli amici della casa discografica al ristorante, torna in albergo. Alle 2,10 viene ritrovato morto, disteso sul pavimento della sua camera. Attraverso testimonianze e una meticolosa ricerca d'archivio, Antonio Iovane ricostruisce in un lunghissimo piano sequenza l'ultimo giorno di vita di Luigi Tenco ma anche le ore successive, quelle in cui si accavallano dichiarazioni terribili da parte di colleghi cantautori e giornalisti, quelle del più tragico e indegno "show must go on" che l'Italia abbia mai conosciuto. Un uomo solo non cerca di far luce sul presunto suicidio di Luigi Tenco, ma racconta con la forza immersiva del romanzo il tormento, le contraddizioni e i sogni di un artista fuori dal tempo. 








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http://www.mariodentone.it/

https://youtu.be/NiI2ZlhyViI?si=RmuuvTulNVOMCvwF

https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2024/01/15/lontano-lontano-lettere-racconti-e-interviste-di-tenco_d8bea399-12e9-4988-a36d-15be61712de1.html

https://www.clubtenco.it/

https://www.raiplay.it/video/2023/12/Premio-Tenco-2023---Puntata-del-03012024-fcae1ad7-969c-4e82-9b96-9d185cd4bfbf.html

https://www.facebook.com/clubtenco/

https://youtu.be/MbhO_4ZabkE?si=f75xpoZwX74pjVW8



13 MAGGIO 2023 SALA GHIO SCHIFFINI SOCIETA' ECONOMICA

Angeli e demoni nelle macchine d’altare della cattedrale di Chiavari”

Margherita Levoni- restauratrice

Nasce a Piacenza nel 1984. Dopo il corso triennale in Restauro presso il Museo Ala Ponzone di Cremona, dove si specializza anche in Restauro Policromie e nelle principali tecniche di indagine diagnostica, realizza uno stage di sei mesi presso il Laboratorio di restauro polimaterico dei Musei Vaticani. Dal 2009 lavora nel Laboratorio di Restauro Martino Oberto di Genova, attivo, dagli anni ‘50, per importanti enti pubblici e privati, italiani e stranieri realizzando progetti volti alla manutenzione preventiva programmata e redigendo i condition reports in occasione di prestigiose mostre. In aggiornamento continuo, è in stretta relazione con l’associazione Cesmar7 - Centro per lo Studio dei Materiali per il Restauro - di cui è recentemente diventata il referente per la Regione Liguria.

Il restauro è conservazione della memoria e restaurare un’opera significa tramandare la memoria di un insieme di valori storici e culturali alle generazioni future.“

Quelle che oggi appaiono come macchine d’altare, ubicate nelle ampie nicchie del transetto della cattedrale di Chiavari, costituivano in origine le due casse processionali di altrettante confraternite cittadine, le quali, com’era consuetudine fra le corporazioni religiose liguri, si rivolsero, per ottenerle, alla famosa bottega di Anton Maria Maragliano.

I due gruppi processionali: “San Francesco riceve le stigmate” e “Sant’Antonio Abate tentato”, migrarono in cattedrale alla fine del Settecento, in seguito ai decreti napoleonici di soppressione dei conventi e degli oratori: qui furono allestiti, con alcune modifiche strutturali e di posizionamento, nei grandi e austeri spazi del transetto, allora ancora privo di apparati decorativi.

Le complesse operazioni di restauro affrontate nel biennio 2017-2018 hanno permesso di conferire stabilità ai supporti, risanare il legno e liberare le superfici da una spessa coltre di particellato atmosferico e vernice ingiallita per ritrovare l’intensa policromia originale. 

Sono quindi riemersi i numerosi angeli e demoni, co-protagonisti di rilievo dei due apparati, realizzati da Maragliano e dai suoi collaboratori con una ricerca di resa naturalistica, in un caso, e caricaturale, nell’altro.




















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https://www.studiobertorestauro.com/about-us/

https://youtu.be/TH8E2OMLWaU?si=H6PSz7fCPYgCAQxM

https://www.ilpiacenza.it/attualita/auto-salvato-il-11-08-23-20-50.html

https://independent.academia.edu/LevoniMargherita

https://www.ilsecoloxix.it/levante/2018/06/20/news/chiavari-ritrova-i-capolavori-del-maragliano-1.30503934

https://fondoambiente.it/eventi/arte-musica-e-convivialita-a-voltaggio-la-pinacoteca-dei-cappuccini

http://www.cattedralechiavari.it/restauro-maragliano/



               15 APRILE 2023 SALA GHIO SCHIFFINI SOCIETA' ECONOMICA

                                            "Invecchiano solo gli altri"

I due autori Luca Borzani e Marco Aime ci introducono nel libro scritto a due mani  “Invecchiano solo gli altri”, Einaudi, 2017.



L’età media della popolazione italiana non è mai stata tanto alta, eppure oggi nessuno più si sente vecchio. Definirsi anziani è diventato un tabù; e tutti vogliono rimanere giovani, cedendo alle lusinghe di un'”eterna giovinezza”. La questione della vecchiaia, però, diventerà sempre più centrale e porterà a profondi mutamenti sociali e culturali che ci coinvolgeranno tutti. Spesso gli anziani garantiscono il reddito della famiglia allargata. Si diventa vecchi quando non si è più autosufficienti, ma c’è anche una vecchiaia povera, che è l’altra faccia di una stagione nuova della vita, con tutta l’inadeguatezza del sistema sanitario sancito dalla costituzione.

Senza dimenticare che non si può negare un futuro alle nuove generazioni. Perché essere anziani significa aver imparato molte cose, e dunque prendersi l’autorità e la soddisfazione di raccontarle. Ma significa anche avere il diritto di scoprire uno spazio della vita tutto da reinventare, andare lenti, osservare meglio il mondo, lasciare spazio a chi è più giovane. Occorre ridisegnare il ruolo sociale degli anziani e combattere il conflitto intergenerazionale in atto. Luca Borzani ci accompagna alla riscoperta di una fase dell’esistenza ingiustamente rimossa, che, senza ansie, si può e si deve vivere con pienezza.

Luca Borzani è nato a Genova nel 1955. Laureato in filosofia, è stato docente nei licei e all’Università di Genova e ricercatore presso l’Archivio Storico Ansaldo di cui poi è stato poi membro del consiglio d’amministrazione. Dal 1997 al 2007 è stato assessore del Comune di Genova, prima alla scuola e ai quartieri e poi alla cultura. Tra le altre cose, ha realizzato il “Patto per la Scuola”, il Piano Regolatore per l’infanzia, il progetto di partecipazione della “Città educativa”, la riforma del decentramento municipale. Ha inoltre promosso e presieduto “Consulta delle religioni”, organismo civile a cui aderivano tutte le comunità religiose della città, e della “Consulta per l’Africa”, per favorire specifici progetti di integrazione, a partire dai minori.

Nel 2007 ha ideato e dato vita alla Fondazione Cultura Palazzo Ducale di cui è Presidente fino al 2017. Dal 2008 al 2017 è co-curatore con Donald Sassoon de “La Storia in Piazza”. Tra il 2018 e il 2020 è stato consulente della Compagnia di San Paolo per la valutazione dei progetti sociali e per la scuola. Oggi è editorialista dell’edizione genovese de “la Repubblica”, ha fondato e dirige il mensile “La Città”, è Presidente del Centro Medì per la storia e la ricerca delle migrazioni, membro del comitato direttivo della Gigi Ghirotti e del Centro studi Don Balletto. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Invecchiano solo gli altri (2017, con M. Aime), Appunti sulla città (2018, con D. Alfonso) e La città che resiste (2020, con D. Alfonso) e Guida minima al cattivismo italiano (2020, con M. Aime).









Marco Aime è attualmente ricercatore di Antropologia Culturale presso l’Università di Genova. Marco Aime ha frequentato l'Istituto tecnico industriale statale "Amedeo Avogadro" di Torino, dove si è diplomato, nel 1975, come perito elettrotecnico. Dal 1977 al 1988 ha lavorato presso la Pirelli a Settimo Torinese, portando avanti, nel contempo, gli studi universitari presso l'Università di Torino. La passione per l'antropologia nasce dai primi viaggi extraeuropei compiuti in quel periodo. Il primo, un trekking tra le montagne dell'Hindukush e del Karakorum (Pakistan) nel 1983 e successivamente, nel 1984 in Mali, viaggio a cui deve la passione per l'Africa e in particolare per il Sahel e le regioni desertiche.

Nel 1988 si laurea in Lettere e Filosofia all'Università di Torino con una tesi di antropologia alpina sulle credenze di magia (le "masche") dei montanari della valle Grana (Cuneo). Subito dopo abbandona la fabbrica e si dedica alla professione di giornalista, scrittore e fotografo freelance, collaborando con testate come La StampaAironeAtlanteGulliver.

Nel 1992 vince un dottorato di ricerca in Antropologia culturale ed Etnologia presso l'Università di Torino, nell'ambito del quale intraprende una ricerca sul terreno tra i Tangba-Taneka del Benin settentrionale, addottorandosi nel 1996 con Francesco Remotti con una tesi dal titolo "Il mercato e la collina. Il sistema politico dei Tangba (Taneka) del Benin settentrionale. Passato e presente". Nel 1999 entra come ricercatore presso l'Università di Genova, dove insegna antropologia culturale come professore associato dal 2005 al 2018, quando consegue l'ordinariato.

Ha condotto ricerche sul campo in Africa occidentale (Benin, Mali) e sulle Alpi nonché ha compiuto numerosi viaggi in paesi extraeuropei come: Algeria, Libia, Tunisia, Marocco, Mauritania, Senegal, Mali, Burkina Faso, Benin, Togo, Ghana, Etiopia, Tanzania, R.D. del Congo, Botswana, Namibia, Sudafrica, Yemen, India, Nepal, Myanmar, Thailandia, Ecuador. Dal punto di vista teorico, si interessa prevalentemente alle tematiche legate al concetto di identità e al turismo.

Ha partecipato alle edizioni 2007, 2008 e 2015 del Festival della Mente di Sarzana e alle edizioni 2004, 2007, 2009 e 2012 del Festivaletteratura di Mantova. Consulente scientifico del festival Dialoghi di Pistoia, dedicato all'antropologia del contemporaneo, sin dalla sua nascita, nel 2010, ha partecipato a tutte le edizioni e ha scritto due libri e collaborato a 4 volumi per la collana Dialoghi sull'uomo (Utet).

In ambito letterario, ha vinto il Premio Chatwin e il Premio Albatros con il libro di racconti Taxi Brousse.

Nel 1992 vince un dottorato di ricerca in Antropologia culturale ed Etnologia presso l'Università di Torino, nell'ambito del quale intraprende una ricerca sul terreno tra i Tangba-Taneka del Benin settentrionale, addottorandosi nel 1996 con Francesco Remotti con una tesi dal titolo "Il mercato e la collina. Il sistema politico dei Tangba (Taneka) del Benin settentrionale. Passato e presente". Nel 1999 entra come ricercatore presso l'Università di Genova, dove insegna antropologia culturale come professore associato dal 2005 al 2018, quando consegue l'ordinariato.

Ha condotto ricerche sul campo in Africa occidentale (Benin, Mali) e sulle Alpi nonché ha compiuto numerosi viaggi in paesi extraeuropei come: Algeria, Libia, Tunisia, Marocco, Mauritania, Senegal, Mali, Burkina Faso, Benin, Togo, Ghana, Etiopia, Tanzania, R.D. del Congo, Botswana, Namibia, Sudafrica, Yemen, India, Nepal, Myanmar, Thailandia, Ecuador. Dal punto di vista teorico, si interessa prevalentemente alle tematiche legate al concetto di identità e al turismo.

Ha partecipato alle edizioni 2007, 2008 e 2015 del Festival della Mente di Sarzana e alle edizioni 2004, 2007, 2009 e 2012 del Festivaletteratura di Mantova. Consulente scientifico del festival Dialoghi di Pistoia, dedicato all'antropologia del contemporaneo, sin dalla sua nascita, nel 2010, ha partecipato a tutte le edizioni e ha scritto due libri e collaborato a 4 volumi per la collana Dialoghi sull'uomo (Utet).

In ambito letterario, ha vinto il Premio Chatwin e il Premio Albatros con il libro di racconti Taxi Brousse.










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https://www.fondazioneansaldo.it/index.php/raccolta-archivio-storico-ansaldo

https://palazzoducale.genova.it/

https://palazzoducale.genova.it/la-storia-in-piazza/

https://www.csmedi.com/


                                                       LIBRI                                                                      

 Genova. Appunti sulla città

 di Donatella Alfonso (Autore) Luca Borzani (Autore)Il Canneto Editore, 2018

"Abbiamo provato a raccontare perché è andata così. Perché la sinistra ha perso a Genova e dopo poco meno di un anno è crollata a livello nazionale. Due sconfitte storiche ed entrambe con radici lontane nel tempo. E lo abbiamo fatto con i reportage e gli editoriali che troverete in questo volume, pubblicati sull'edizione genovese de «la Repubblica» tra il luglio 2017 e il febbraio 2018. Che abbiamo selezionato e raccolto come un possibile contributo a quel ripensamento politico e culturale che appare ormai ineludibile. Con la convinzione che Genova rappresenti ancora un laboratorio sociale e politico per comprendere quanto è accaduto. A partire dal suo essere una città al bivio." (Gli autori). Prefazione di Franco Monteverde.



Guida minima al cattivismo italiano

di Marco Aime (Autore) Luca Borzani (Autore)Elèuthera, 2020

Che gli italiani siano cambiati, e non proprio in bene, è ormai un dato di fatto. Quella mutazione antropologica intuita da Pier Paolo Pasolini a metà degli anni Settanta è oggi ben più evidente e con tratti forse peggiori. E se in tutto l'Occidente si sono incrinate le democrazie e prevale un individualismo spaventato e consumista, l'Italia ha anticipato molti dei processi che oggi ci fanno guardare con sguardo preoccupato e disarmato l'involuzione civile che attraversa gli Stati Uniti e larga parte dell'Europa. Una deriva che parte da lontano, e cioè da quel 1989 che non solo non ha mantenuto le sue promesse ma ha segnato l'avvio di una nuova e spesso spietata globalizzazione del pianeta. In questo senso l'immigrazione è davvero il fenomeno che in modo più evidente permette di leggere il cambiamento delle culture degli italiani. Non l'unico, ovviamente. Ma l'immigrazione svolge una «funzione specchio» capace di rivelare la natura della società di accoglienza, portando alla luce ciò che è latente, un inconscio sociale lasciato nell'ombra. Prefazione di Donald Sassoon.



Genova, il '68. Una città negli anni della contestazione

di Luca BorzaniDonatella Alfonso Editore: Frilli

Gli anni della contestazione nella città dell'acciaio e dei "camalli" del porto. Tra chiese occupate, studenti, aristocrazia operaia, con sullo sfondo le trasformazioni di una città oscillante tra crescita e declino, i fermenti della cultura tra la musica dei cantautori e la nascita dell'arte povera, il racconto senza retorica di una Genova spesso laboratorio, ma a volte anche mito, della sinistra italiana.




 La città che resiste. Genova tra solidarietà, idee e attese irrisolte

di Luca Borzani (Autore) Donatella Alfonso (Autore) Edizioni De Ferrari, 2020

La città del volontariato e dell'associazionismo, la capacità dei singoli, riunendosi intorno a un progetto o a un bisogno, di far vivere (e rivivere) gruppi e quartieri. Ma anche un ritratto di città che, negli ultimi due anni, accanto a risposte che non arrivano di fronte a attese irrisolte e soluzioni sospese, a affrontato la tragedia del Ponte Morandi e le inquietudini del Covid-19. Trovando dentro di sé la capacità di nuove resistenze, senza retorica, ma anche l'urgenza delle risposte. Articoli e reportage pubblicati sulle pagine locali di Repubblica che si leggono come un affresco della parte migliore della città.



Eccessi di culture

Di Marco Aime · 2014 Einaudi

Sono molti i problemi che sorgono nel momento in cui si intende definire l'identità di un gruppo. È come voler fotografare una classe di bambini che non stanno mai fermi, che si scambiano continuamente di posto, e magari a scattare la foto è un fotografo anch'egli inquieto e continuamente in movimento. Fissare un'identità significa renderla unica, escludere le altre ipotesi: è un'operazione politica che nasce da rapporti di forza.
Parole come cultura, identità, etnia, razzismo compaiono con insistenza nei discorsi dei politici, sulle colonne dei giornali, nei dibattiti televisivi, e la sempre maggiore enfasi posta sulle culture e sulle loro presunte radici conduce a una crescente attenzione verso il locale e i localismi, alcuni dei quali vengono poi impugnati e caricati di aspirazioni globali. Molti dei cosiddetti «conflitti culturali» che sembrano caratterizzare la nostra epoca, spesso sotto la patina della cultura celano ben altre spinte, ben altri interessi.
Può sembrare paradossale che sia un antropologo a denunciare l'attuale eccesso di attenzione alle culture, alle diversità, alle identità, ma il rischio è che il troppo relativismo si trasformi in una nuova maschera della discriminazione.



Il primo libro di antropologia 

di Marco Aime edizioni Einaudi

Che cos'è l'antropologia culturale? Marco Aime prova a spiegare chi è e cosa fa un antropologo oggi, rovesciando gli approcci teorici tradizionali. In effetti la natura dell'antropologia non è più così definita: di popoli sconosciuti da studiare ce ne sono sempre meno, i confini tra l'Occidente e il cosiddetto Sud del mondo sono sempre più labili, i paradigmi del secolo scorso sono crollati e l'antropologo si trova ad affrontare problematiche sempre nuove, i terreni di ricerca sono mutati e in molti casi gli studiosi sono tornati a casa, occupandosi di eventi culturali vicini, contaminandosi con altri saperi. La purezza, così come l'oggettività, non è più una virtù. Ai quattro angoli del mondo come sotto casa propria, l'antropologo osserva, guarda, ascolta, assaggia, tocca, annusa. Il suo sapere si costruisce su basi sensoriali, prima di arrivare a tradursi in teorie e modelli. Sul terreno, egli non vede strutture, società, politica, economia, ma gente che si incontra, parla, combatte, si scambia oggetti, produce, costruisce, mangia, si organizza, prega, vive. Perciò questo libro ha una scansione percettiva: parte dall'osservazione concreta di quanto è sotto gli occhi di tutti, per arrivare solo alla fine ai costrutti teorici più ampi di un mondo intricato e affascinante.




Senza sponda . Perché l'Italia non è più una terra di accoglienza

Di Marco AimeAlessandra Ballerini · UTET

Migliaia di vite "senza sponda": sono quelle dei migranti che cercano rifugio nel nostro Paese, in fuga da bombardamenti e carestie, da cambi di regime, guerre intestine e povertà, che si tratti della Nigeria di Boko Haram, della Libia in preda all'instabilità politica, dell'Egitto sconvolto dalle conseguenze dolorose della sua "primavera" mancata o della Siria ora in balia dell'Isis. Migliaia di esistenze travolte dalle onde del mare o spezzate dalla fatica del deserto: profughi in viaggio per raggiungere una parte del mondo che sognavano migliore, una sponda dove credevano di essere accolti. Ma così non accade. In un'Italia dalla memoria troppo corta, che volentieri dimentica il suo stesso passato di migrazione, è facile identificare nei profughi dei nuovi barbari, colpevoli di invadere le nostre coste per impoverirle, se non per depredarle. Una reazione diversa è possibile, però, proprio ricordando le nostre radici: imparando ad accogliere umanamente chi cerca rifugio sulle sponde italiane, per non cadere in quella che papa Francesco a Lampedusa ha chiamato "globalizzazione dell'indifferenza". È ciò che propone lo scrittore e studioso Marco Aime in questo pamphlet, agile e provocatorio, che getta una luce nuova sui casi più tragici della nostra attualità grazie agli strumenti dell'antropologia. Se "indifferenza" significa scegliere di non scegliere, l'unica scelta che ci rende davvero umani è la decisione di non voltare lo sguardo e aprirci invece all'altro, al di-verso, allo straniero. Per farlo, è sufficiente seguire l'esempio della gente di Lampedusa: imparare l'accoglienza dai gesti quotidiani degli abitanti dell'isola più tormentata dagli sbarchi, che, da anni, nonostante questo si prodiga per aiutare chi arriva, spesso facendosi carico delle inadempienze dello Stato.





Contro il razzismo. Quattro ragionamenti 

Marco Aime edizione Einaudi

In Europa avanzano movimenti xenofobi e in Italia si denunciano sempre piú spesso episodi di razzismo. Quattro studiosi con competenze diverse provano qui a vagliare i concetti di identità e differenza, a comprendere i diritti dello straniero in Italia, a misurare quanto profonde siano le nostre convinzioni sulle differenze biologiche e culturali e come se ne debba parlare. Guido Barbujani sceglie la prospettiva della genetica per decostruire le presunte basi scientifiche del razzismo; Marco Aime usa un approccio antropologico per comprendere alcune nuove declinazioni, di carattere culturale, assunte da certi razzismi. Federico Faloppa compie un'analisi linguistica, utile a capire gli elementi discriminatori che mettiamo in atto, spesso inconsciamente, usando le parole in un certo modo; infine Clelia Bartoli usa lo sguardo socio-giuridico per comprendere come le insidie del razzismo si celino anche nelle istituzioni "democratiche".






               1 APRILE 2023 SALA GHIO SCHIFFINI SOCIETA' ECONOMICA

                                  "La via della seta "

Francesco Surdich, nato a Cherso nell'arcipelago delle isole Quarnerine all'epoca parte della provincia di Pola, la famiglia si trasferì in Italia. Nel 1967 si laureò in Lettere all' Università di Genova. Nel 1968 ottenne una borsa di studio presso l'Istituto di Paleografia e Storia medievale, iniziando l'attività universitaria che lo avrebbe portato, nel 2008, a diventare preside della Facoltà di Lettere e Filosofia. dopo aver conseguito nel 1970 la libera docenza in Storia Medioevale, ottenne per l'a.a. 1970/71 l'incarico di Storia delle esplorazioni geografiche che avrebbe continuato ad insegnare fino all'a.a. 2015/16 (ha insegnato anche per alcuni anni Storia dei Paesi Islamici Ie Letteratura di viaggio), assegnando e seguendo circa millequattrocento tesi di laurea su viaggi e viaggiatori di ogni epoca, che hanno costituito anche il filo conduttore della sua attività di ricerca sfociata in oltre trecento pubblicazioni.

Questa attività di ricerca dal taglio fortemente interdisciplinare è stata rivolta a porre in evidenza soprattutto l'importanza ed il ruolo avuti dalla letteratura di viaggio nello sviluppo della coscienza europea con particolare riferimento al problema della percezione e/o della negazione dell'alterità in rapporto alle dinamiche dei processi religiosi, storici, economici e culturali del mondo europeo e del suo incontro/scontro con le altre civiltà.

In questa prospettiva in occasione del XXVI Congresso Geografico Italiano, Francesco Surdich, cui era stata affidata la responsabilità scientifica della sezione sulla storia delle esplorazioni, chiamò a raccolta studiosi delle più svariate discipline che alla conclusione dei lavori redassero un documento nel quale si auspicava la creazione di un'istituzione capace di dare corpo a ricerche interdisciplinari sulla problematiche delle grandi scoperte e dei viaggi. l'auspicio venne realizzato da un gruppo di studiosi, di cui fece parte anche lo stesso Surdich, ed alla fine di quello stesso anno dettero vita al Centro Italiano di Studi storico geografici (CISGE), nel quale dal 1993 al 2010 tenne l'incarico di coordinatore della sezione di Storia dei viaggi e delle esplorazioni. Dal 1° novembre 2008 a tutt'oggi ricopre il ruolo di Presidente di UnigeSenior e Componente comitato didattico di UnigeSenior.

Al suo attivo si contano oltre 300 contributi scientifici apparsi sulle principali riviste storiche e geografiche e in atti di convegno nazionali e internazionali, nonchè diversi volumi. Tra i testi più recenti: “Verso il nuovo mondo. L'immaginario europeo e la scoperta dell'America” (2002), “La via della seta: missionari, mercanti e viaggiatori europei nel Medioevo” (2007), “La Via delle spezie. La carreira da India portoghese e la Cina” (2009), “Verso i mari del Sud. L'esplorazione del Pacifico centrale e meridionale da Magellano a Malaspina” (2015), “La via della seta antica e moderna. Europa e Cina dalla Dinastia Han alla Belt and Road Initiative” (2021).

Nel 1975 ha fondato la collana di “Studi di Storia delle esplorazioni”, nell'ambito della quale ha curato, fino al 2014, oltre 42 volumi del periodico “Miscellanea di Storia delle esplorazioni”.





Genova Palazzo Ducale La Storia in Piazza

A duemila anni di scambi e incontri tra Oriente ed Occidente ha fatto riferimento l'incontro con il Professore Francesco Surdich, di sabato 1 aprile 2022, presso la Società Economica di Chiavari.

Alle volte solo immaginato, altre volte relegato tra i nostri sogni più intimi, talvolta visto e percorso nella sua interezza o anche solo in parte, il viaggio di esplorazione, che si è soliti indicare come Via della seta, appartiene alla nostra storia di europei ormai da molti secoli, dalla dinastia Han (206 a.C.) alla Belt and Road Initiative del 2013.

Quei mondi, fatti di personaggi, paesaggi, religioni, linguaggi, usi e costumi assai diversi, forse non ci sono mai sembrati lontani proprio grazie ad un filo di seta che, sopravvivendo a molte realtà storiche anche fortemente avverse, non si è mai spezzato, garantendo, in ogni tempo, che il viaggio si potesse compiere con gli strumenti e le conoscenze che ogni percorso richiede.

La storia di quei mondi e di questi viaggi potrebbero regalarci la consapevolezza di come gli scambi tra Occidente ed Oriente siano parte delle nostre conoscenze e di come, senza soluzione di continuità, il concetto di antico e moderno si fondano per diventare l'oggi, ovvero il mondo che quotidianamente viviamo.



                                                        LINK                                                                      

https://www.casadegliesploratori.it/francesco-surdich/

https://www.dialoghidipistoia.it/it/francesco-surdich

https://www.lunieditrice.com/product-category/istituto-di-cultura-biblioteca-icoo

https://www.youtube.com/live/wS1HlBOfKA4?feature=share

https://www.youtube.com/watch?v=O9ICSR0nPcI

https://www.youtube.com/watch?v=HUGb5dRuxno


                                                        LIBRI                                                                      


Francesco Surdich La Via della Seta antica e moderna. Europa e Cina dalla Dinastia Han alla Belt and Road Initiative edizioni Il Portolano

"Cento motivi reclamano la partenza. Si parte per entrare in contatto con altre identità umane, per riempire una mappa vuota. Si ha la sensazione che quello sia il cuore del mondo. Si parte per incontrare le molteplici forme della fede. Si parte perché si è ancora giovani e si desidera ardentemente essere pervasi dall'eccitazione, sentire lo scricchiolio degli stivali nella polvere; si va perché si è vecchi e si sente il bisogno di capire qualcosa prima che sia troppo tardi. Si parte per vedere quello che succederà. Tuttavia, seguire la Via della Seta significa seguire un fantasma": Così uno dei più grandi viaggiatori del nostro tempo, Colin Thubron, nel resoconto intitolato, nella versione italiana, Ombre sulla via della seta, spiega al lettore le ragioni e il significato del viaggio tra misticismo, conflittualità e mistero che lo ha portato a ripercorrere le strade che per secoli hanno alimentato una forma di globalizzazione, arcaica quanto febbrile, di cui la seta ha costituito il simbolo e di cui neppure le devastazioni più feroci e gli incubi più inquietanti (dalle orde di Tamerlano al flagello del Covid-19) hanno potuto annullare il senso e l'importanza, che continuano a riemergere nei resti di un minareto deserto, nelle iscrizioni intraducibili di un tempio perduto, nei tratti somatici delle persone incontrate, ecc.


Francesco Surdich - Matilde Castagna  Viaggiatori, pellegrini, mercanti sulla Via della Seta Luni editrice

La Via della Seta, da sempre crogiolo di incontri e incroci tra popoli e tradizioni diverse, brillantemente descritta in questo libro dagli scatti fotografici originali e attenti di Matilde Castagna e magistralmente ripercorsa nelle sue valenze storiche e culturali dal testo di Francesco Surdich, è un soggetto che ben si presta a inaugurare, caratterizzandola, la Biblioteca ICOO.Si tratta di una collana di brevi monografie, che comprende intensi contributi di autorevoli esperti dei singoli temi e che riflette l’essenza e le finalità di ICOO, Istituto di Cultura per l’Oriente e l’Occidente, una realtà vocata a porre al centro dell’attenzione tanto della ricerca e della pubblicistica scientifica, quanto della divulgazione, tutto ciò che è strumento di approfondimento conoscitivo e quindi di aiuto alla reciproca comprensione interculturale.

In questo contesto la Via della Seta è letta come scenario delle gesta e del lavoro quotidiano di straordinari viaggiatori e di mercanti ardimentosi, di missionari ferventi e di studiosi e linguisti-traduttori instancabili, che attraverso i secoli, tra scambi di merci, reciproche influenze artistiche e culturali, diffusione di nuove religioni e sistemi di pensiero, hanno fatto l’impresa di connettere universi culturali diversi e lontani.

Matilde Castagna è nata a Lecco; la sua passione per la fotografia cresce nei viaggi con il padre in Africa e a cavallo nelle steppe asiatiche. Studia in Italia e negli Stati Uniti, a Milano frequenta l’Istituto Italiano di Fotografia e si laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi in semiotica della Fotografia di Reportage. Seguono viaggi solitari che la portano ad attraversare prima tutta l’Asia centrale, quindi Cina e Pakistan, via terra da Pechino a Islamabad. Free-lance e caporedattore della rivista Witness Journal, attualmente vive a Milano.



Francesco Surdich Verso i mari del sud. L'esplorazione del Pacifico centrale e meridionale da Magellano a Malaspina  edizioni Aracne

Da quando nel 1513 Vasco Nuñez de Balboa si affacciò sulla sterminata distesa di quello che gli Spagnoli avrebbero chiamato il "Mar del Sur", per secoli marinai, mercanti, soldati, missionari, avventurieri, scienziati, ecc., avrebbero attraversato in tutte le direzioni l'Oceano Pacifico animati da diversi obiettivi e finalità, concorrendo a definirne progressivamente le caratteristiche geografiche e ambientali insieme agli aspetti fisici e culturali delle tante popolazioni che lo abitavano e alimentando, al tempo stesso, utopie e miti. Un'epopea grandiosa ed estremamente articolata che diede corpo e consistenza al quinto continente, completando l'epoca delle grandi scoperte geografiche, ricostruita con ampio riferimento alla letteratura di viaggio trasmessaci dai suoi principali protagonisti e largamente recepita dalla coscienza e dalla cultura scientifica europee.



Francesco Surdich La via delle spezie. La carreira da India portoghese e la Cina edizioni Il Portolano

"Spezie" deriva dal latino species, prodotti particolari, con riferimento alla loro esoticità, rarità e preziosità. Conosciute in Occidente sin dall'antico Egitto, divennero in età romana il vero motore del commercio internazionale e lo rimasero per tutto il Medioevo, determinando la potenza e la ricchezza delle città marinare italiane. Usate in medicina e in profumeria, ma soprattutto in cucina, per lungo tempo furono un simbolo ineguagliabile di prestigio sociale e benessere materiale. Alcune di esse provenivano dalle regioni del Vicino Oriente, altre dal Medio Oriente e altre ancora dall'Estremo Oriente, una specie di Paradiso Terrestre in cui si concentravano tutti i sogni e tutte le utopie del mondo occidentale. Tre, però, erano talmente rare e preziose da costituire autentici miraggi di opulenza: noce moscata, macis e chiodi di garofano, tutte provenienti da un piccolo arcipelago di isole, le Molucche, perduto nei meandri insulari dell'Indonesia. Alla loro ricerca partirono esploratori del calibro di Magellano e Francis Drake, per non dire di Colombo, che sbagliò pure strada. Il desiderio di giungere alle fonti di approvvigionamento delle spezie, per aggirare i monopoli arabo, indiano e malese, spinse a un costante miglioramento delle tecniche e degli strumenti nautici, favorendo in tal modo il progresso dell'umanità. Di questo e di altro ancora si parla nel libro.



Francesco Surdich  La Via della seta. Missionari, mercanti e viaggiatori europei in Asia nel Medioevo edizioni Il Portolano

 I contatti dei popoli europei con il Vicino il Medio e l'Estremo Oriente grazie alle vie carovaniere lungo le quali si svolgevano scambi commerciali culturali e religiosi a dimensione planetaria che hanno contribuito al progresso generale dell'umanità."

All’interno di una rivisitazione dell’importanza che la “via della seta” ebbe nella storia dei plurisecolari rapporti economici, commerciali, culturali e politici fra il mondo occidentale e l’Estremo Oriente, l’attenzione si è concentrata in maniera particolare sul ruolo avuto in questo contesto, tra l’inizio del Duecento e la metà del Quattrocento, dai missionari inviati ad evangelizzare le popolazioni mongole, ma soprattutto dai mercanti genovesi e veneziani che per oltre due secoli attivarono sistematici rapporti di scambio commerciale fra le civiltà operanti nel Mediterraneo e le popolazioni asiatiche. Molti di essi redassero importanti relazioni di questa loro esperienza, che sono state oggetto di una circostanziata analisi, che contribuirono sia a favorire e a diffondere nella cultura medievale una più precisa conoscenza dei territori e delle popolazioni asiatiche, sia a costruire un immaginario geografico che diffuse e consolidò una visione “onirica” del continente asiatica destinata ad avere una lunga “fortuna”.



Francesco Surdich Verso il nuovo mondo. La dimensione e la coscienza delle scoperte edizioni Giunti 

La collana "Americana" (sintetici quadri storici sulle "diverse realtà del continente America") si è opportunamente avviata con quest'opera di Surdich, tra i più accreditati esperti di esplorazioni e di albori coloniali. La puntuale rassegna dei viaggi d'esplorazione è preceduta non tanto dalla consueta valutazione evoluzionistica dei progressi scientifici, quanto da pagine sulle spinte politico-economiche affiancate (e non solo legittimate) da idee di conversione e di guerra santa non più limitate alla sola Europa. Le parti descrittive del libro sono contenute, così da lasciar spazio alla presentazione delle fonti (testimonianze, soprattutto), alla percezione europea del nuovo mondo (fatta di stereotipi dell'alterità ma anche di miglioramenti nella capacità di classificare luoghi, fauna e flora) e a un conciso ma utile capitolo dedicato a "Uno spazio per l'immaginario, l'utopia e l'allegoria": una sorta di "allucinazione collettiva" su ciò che popolava i confini della terra accompagn• la scoperta dell'America, e ciò perché il vecchio mondo - nonostante il suo senso di superiorità e nonostante le scuole di dialettica - era a livello di massa avviluppato dal "favoloso" quanto i popoli del mondo appena scoperto. Intanto la progressiva familiarità con le coste atlantiche sposta la localizzazione geografica del mito all'interno del continente: incomincia l'epopea delle piccole esplorazioni fra monti e foreste, mentre l'Europa ridisegna i suoi equilibri alla luce dei riflessi di quella nuova realtà.






         11 MARZO 2023 SALA GHIO SCHIFFINI SOCIETA' ECONOMICA 

               "Archiettura e archeologia chiavarese. il bastione di S.Antonio"

Osvaldo Garbarino, è architetto professionista impegnato, in particolare, nel restauro dei monumenti. Collabora da diversi anni con le Università di Genova e Firenze, lo Studium Biblicum di Gerusalemme, il Deutsches Arcäologisches Institut (DAI) e varie riviste internazionali, tra le quali Annales, con studi e pubblicazioni, soprattutto di Storia dell’Architettura e del territorio, e analisi archeologica degli elevati. Tra le sue produzioni di maggior respiro vanno ricordati i libri Monaci milites e coloni del 2000, Le prime architetture cristiane del Tigullio del 2019 e le ricerche archeologico-architettoniche sul complesso del Santo Sepolcro nel 2000, edite a più riprese in Italia, Israele e Germania a partire dal 2001.

Sue varie pubblicazioni su Genova e il suo rapporto con l'Oriente con la presenza genovese nella Gerusalemme crociata, Garbarino ha studiato le più antiche emergenze monumentali del Tigullio, architetture importanti (Abbazia di Borzone, Basilica dei Fieschi, Monastero di San Fruttuoso di Capodimonte, Chiesa di San Giovanni Battista di Casarza Ligure, ecc.) viste attraverso lo studio archeologico (che permette di capirle e goderne la bellezza quando le si andranno a visitare) e riflessioni sulla storia che raccontano.



Il Bastione di S.Antonio : l'incontro è incentrato sullo studio partito dai lavori di ristrutturazione di uno dei simboli storici della città più antica che hanno dato avvio ad una pubblicazione, che racconta le pagine più lontane di Chiavari, proprio partendo dalla struttura sino ad oggi unpo' dimenticata; un lavoro che getta nuova luce sul manufatto di origine medievale,infatti nel cuore della nostra cittadina si trova ancora traccia dell’antico bastione: una costruzione di origine militare, nata come fortificazione della cittadella nel periodo di Andrea Doria. Ricostruirne la storia ha consentito di colmare una lacuna presente nella conoscenza del nostro passato.

L'architetto Osvaldo Garbarino ha sapientemente indagato l'evoluzione storica, urbanistica e sociale di Chiavari e del suo territorio focalizzando la sua attenzione sul sopravvissuto bastione di ponente.






Sue varie pubblicazioni su Genova e il suo rapporto con l'Oriente con la presenza genovese nella Gerusalemme crociata, Garbarino ha studiato le più antiche emergenze monumentali del Tigullio, architetture importanti (Abbazia di Borzone, Basilica dei Fieschi, Monastero di San Fruttuoso di Capodimonte, Chiesa di San Giovanni Battista di Casarza Ligure, ecc.) viste attraverso lo studio archeologico (che permette di capirle e goderne la bellezza quando le si andranno a visitare) e riflessioni sulla storia che raccontano.

Basilica dei Fieschi.

San Salvatore dei Fieschi rappresenta uno dei borghi medievali di maggior rilievo e meglio conservati della Liguria. Sulla piazza, nel suo armonico comporsi in una forma irregolare e in lieve declivio, si affaccia la Basilica e di fronte la chiesa di San Salvatore il Vecchio con il cosiddetto Palazzo Comitale.

La costruzione della Basilica di S.Salvatore ebbe inizio nel 1252 per volere del Papa fliscano Innocenzo IV e proseguita dal nipote Ottobono, poi Adriano V, come esplicita celebrazione della famiglia gentilizia e della sua dinastia. L'evento dell'offerta è riproposta nell'affresco della lunetta del portale. L'edificio è il risultato di almeno due fasi costruttive susseguitisi nel tempo che portarono anche alla sopraelevazione della torre nolare quadrata e di parte delle navate, rendendo più armonica la volumetria dell'insieme. Nell'edificio si fondano, per la prima volta in Liguria, il sapere costruttivo e gli elementi decorativi dell'architettura genovese con quelle del gotico francese. La Basilica diviene così un modello stilistico per la cultura architettonica degli edifici ecclesiastici della Riviera di Levante. Le architetture monumentali romanico - gotiche che si stagliano sulla piazza testimoniano ancora oggi il potere raggiunto da uno dei più importanti e antichi casati genovesi, discendenti dei Conti di Lavagna, signori insediati nella Liguria orientale e nel Parmense. Grazie ad oculate politiche di alleanza e matrimoniali riuscirono ad ottenere posizioni di rilievo e potere all'interno del governo della città di Genova e nel panorama politico internazionale. Il prestigio della famiglia è evidente anche nella sua raffinata attività di committente. Oggetti preziosi, architetture monumentali e funzionali frutto di maestranze specializzate operanti a livello europeo. Segni sul territorio che veicolano un messaggio di capacità economica, potere e profonda cultura. Questo è il caso della splendida Insula di Cogorno, primigenia roccaforte del potere fliscano.



Abbazia di Borzone 

Il complesso abbaziale di Borzone sorge nella media Val Sturla, nell’entroterra chiavarese, in comune di Borzonasca ad un’altitudine di circa 350 mt.s.l.m. Immersa nel verde nell’immediata vicinanza del Parco dell’Aveto poggia su terreni terziari di età paleocenica, composti da scisti argillosi arenacei. Quest’ultimo materiale fu utilizzato per l’edificazione della torre e della chiesa.

Una cuoriosità interessante è che l’Abbazia è situata esattamente sulla cosiddetta “Linea Sacra di San Michele“; ovvero la direzione che collega a partire dall’Irlanda sino a giungere in Terrasanta diversi santuari e monasteri (i più famosi:Mont Saint Michel, la Sacra di san Michele e San Michele al Gargano) quasi tutti sorti nell’altomedioevo. Linea che, oltre ad indicare simbolicamente la rettitudine del credente in cammino verso Dio, coincide esattamente con l’allineamento del sole al tramonto nel sostizio d’estate.

Borzone fu certamente un significativo crocevia commerciale tra la costa e l’immediato entroterra. Per il suo ruolo strategico vi furono eretti roccaforti e castelli di difesa da parte dei conti di Lavagna, i Fieschi, che dominarono sul territorio fino all’epoca rinascimentale.Nel luogo in cui sorge l’abbazia di Borzone, in Val Sturla, i Bizantini eressero al tempo della “guerra gotica”, nella prima metà del VI sec., un baluardo difensivo sede di un distaccamento militare, a presidio di un itinerario transappenninico che dalla regione rivierasca conduceva in Val Padana.

Quando e da chi sulle rovine della fortezza bizantina fu edificata la chiesa con annesso monastero col titolo di Sant’Andrea continua ad essere motivo di incertezza e discussione storica.
Due documenti anche se controversi storicamente attesterebbero la presenza di un nucleo a Borzone di antica data: il primo è del 774 in cui Carlo Magno delimitando la giurisdizione del monastero di Bobbio cita Borzone, e il secondo è del 972 in cui Ottone I riconferma la giurisdizione di Bobbio citando espressamente “il monastero e la villa di Borzono“.
Un documento certo che menziona il monastero di Borzone è tuttavia una bolla dell’11 aprile 1120 di papa Callisto II (1119-1124) che ne conferma il possesso all’Abbazia di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia. In un  altro documento notarile del 1128 il monastero di San Siro a Genova riceveva una pensione dal “monastero di Borzone
 di “denarios sex Bruniatenses”.
 Decima riconfermata dal papa Eugenio III.






                                                        LINK                                                                      

https://www.villaggio.org/online/tag/osvaldo-garbarino/

https://youtu.be/bgLJVW2OdBg

http://www.abbaziaborzone.it/abbazia-santandrea/cenni-storici/

https://fondoambiente.it/luoghi/abbazia-dei-fieschi?ldc


                                                        LIBRI                                                                      

O.Garbarino, Renata Allegri Vernazza. Le trasformazioni nel tempo dell'insediamento e del territorio edizioni Libreria Geografica 2018

Il volume non è solo un'antologia della storia di Vernazza, ma un lavoro di ricerca minuzioso. "La geografia e la cartografia non descrivono solo la Terra, ma ne studiano e rappresentano la superficie per come si presenta, abitata e modificata dalle svariate attività umane, interazione fra uomo e ambiente dunque. Il celebrato paesaggio delle Cinque Terre rappresenta uno degli esempi più alti del rapporto che si è stabilito nel tempo fra l'uomo e l'ambiente.



 
Le architetture delle antiche chiese, analizzate nei loro aspetti archeologici, concorrono a raccontare del cammino secolare delle comunità cristiane, spesso anche laddove le fonti scritte tacciono o sono assenti.


Osvaldo Garbarino Chiavari e il suo bastione  edizioni Sagep

L'Istituto “Bancalari-Artigianelli”, dal 1970 proprietario della fortificazione, ha promosso la realizzazione del libro 'Chiavari e il suo bastione'. Nella pubblicazione lo studio indaga, con approccio interdisciplinare sulle fonti scritte e su quelle materiali, lo sviluppo urbanistico della città di Chiavari, di grande pregio degli accurati elaborati grafici realizzati dall’arch.Garbarino che ci aiutano nella più completa comprensione. Le vicende umane sono strettamente legate alle trasformazioni delle strutture architettoniche e svelano una storia della città che passa attraverso gli edifici sia civili sia religiosi, veri palinsesti di preziose informazioni. L’autore ci presenta dei quadri d’insieme realizzati con grande accuratezza che illustrerano l’immagine della città nelle varie epoche analizzate.




       11 FEBBRAIO 2023 SALA GHIO SCHIFFINI SOCIETA' ECONOMICA 

                         "Il signor G,incontro e filmati"

Paolo Dal Bon, classe 1957, ha collaborato con Giorgio Gaber dal 1984 come responsabile organizzativo e amministrativo della sua attività artistica e professionale. Dal 2003, per volontà degli eredi, svolge la funzione di Presidente della Fondazione Giorgio Gaber coordinando varie iniziative inerenti l’archivio delle opere, le attività editoriali, gli eventi e le produzioni teatrali. Per Kowalski ha scritto la prefazione a Gaber, Giorgio, il Signor G. Raccontato da intellettuali, amici, artisti (2008).

Giorgio Gaber 

BIOGRAFIA DI GIORGIO GABER A CURA DI MASSIMO BERNARDINI

Cos'è, cosa dice, scrive e fa un intellettuale, in una stagione confusa come la nostra? È uno che mentre gli altri sembrano fare i conti con le cose più spicciole guarda un po' più in là e un po' più dentro. Le parole di tutti non gli bastano, per lui vogliono dire un'altra cosa. Perciò le deve riscoprire, ripulendole da ovvietà ed equivoci. Perché l'intellettuale vero le parole le usa tutte, le più semplici come le più difficili, e non ne teme nessuna.
E poi l’intellettuale, quello vero, lo distingui perché ama il pensiero ma ancora di più ama la realtà. Ed è lì che diventa scomodo. Le parole, i pensieri, le ideologie, le misura con la realtà. E dunque di volta in volta diventa spiacevole per qualcuno. Quando un intellettuale non spiace più a nessuno non è che serva a molto.
Giorgio Gaber, come intuì qualche tempo fa lo scrittore e critico Luca Doninelli, è un intellettuale, forse l'ultimo della sua generazione. Quando oggi scrive: “La mia generazione ha perso” non è per finta ma nemmeno per autolesionismo. Grida che qualcosa è finito, qualcosa che era un sogno grande, e di tanti. Lui, che era nato come cantante di successo, entertainer di classe, lui che andava in tournèe con Mina e aveva un posto da titolare in tivù come a Sanremo, ci aveva creduto. E aveva mollato tutto per il teatro, l'impegno, il sociale. Parole consumate, oggi. Ma per chi negli anni 60 aveva cantato, e fatto cantare, successi come Non arrossire, La ballata del Cerutti, Porta Romana, Mai mai mai Valentina, E allora dai, Torpedo blu, Il Riccardo, Barbera e Champagne, La balilla, era stata una vera svolta.
Ma c’è di più. Gaber è stato ed è anche oggi, oggi che il suo interlocutore si è ormai frammentato in mille direzioni, un intellettuale collettivo. Altra parola consumata, che ci rimanda l’eco di antiche ideologie. Ma se la applichiamo a Gaber la definizione vuole semplicemente dire che insieme a Sandro Luporini in questi anni ha sentito e cantato per molti, suscitando emozioni e disappunti, esami di coscienza e commozioni, persino "inni" chissà se davvero compresi (“libertà è partecipazione”).
Poi Giorgio Gaber ama il rigore della forma, nella scrittura e in palcoscenico. Usa i mezzi di comunicazione per quello che sono e che valgono. Infatti la sua lingua è netta, semplice, diretta. Non ha complessi d'inferiorità verso la cultura alta, narcisistica, autoreferenziale degli intellettuali all'italiana. In teatro ha promosso un'audace convivenza di forme, dal monologo alla canzone, dalla pièce di prosa fino ai bis con la chitarra. E volta per volta, a seconda della necessità, la sua parola si è fatta sberleffo, richiamo, dileggio, emozione, disincanto, amarezza. Si è sentito per anni insieme a un'intera generazione e poi di colpo solo, sempre più solo. Credeva di aver conquistato una certa opinione pubblica ma poi l'ha sentita sempre più distaccata, impermalosita, alla fine persino polemica. In compenso, in oltre quarant’anni di carriera, ha continuato a scoprire nuovi interlocutori e sempre nuovo pubblico, divenendo intramontabile campione d’incassi a teatro e, a sorpresa, di nuovo gran venditore di dischi alla svolta del secolo. Ma come si costruisce, nel tempo, un intellettuale vero?



Fondazione Giorgio Gaber La Fondazione Giorgio Gaber nasce nel 2006, proseguendo l’attività svolta dall’omonima Associazione Culturale costituitasi all’indomani della scomparsa dell’artista.

Scopo principale della Fondazione è la divulgazione e la valorizzazione della figura e dell’opera dell’artista attraverso:

  • Pubblicazioni editoriali, video e discografiche      

  • Attività didattica

  • Mostre

  • Festival

  • Rassegne

  • Convegni

  • Incontri

  • Spettacoli teatrali 

Gli obiettivi della Fondazione



  • Catalogare e conservare l’opera di Giorgio Gaber divulgandola attraverso la realizzazione di prodotti inediti, e rendendola accessibile ad un pubblico più ampio possibile, con particolare attenzione ai giovani.
  • Promuovere la figura dell’Artista, sottolineandone l’attualità di pensiero e stimolando un dialogo con il pubblico su più fronti: dalle televisioni, al web, ai social, ai convegni, alle iniziative didattiche di carattere nazionale e locale, alla musica d’autore, allo spettacolo e alla cultura.

Ha grande successo il progetto didattico della Fondazione Gaber per far conoscere agli studenti di ogni ordine e grado l’attualità del messaggio del Signor G.

Gli incontri con gli studenti sono a cura di Lorenzo Luporini, nipote di Giorgio Gaber, e realizzati con la collaborazione del Piccolo Teatro di Milano.
Dal 2020 la lezione è disponibile anche in streaming.

Per informazioni: fondazione@giorgiogaber.it

https://youtu.be/ddnSK-ffC3M



"REMASTER G.” – in occasione del ventennale della scomparsa, la Fondazione Gaber e Carosello Records presentano la rimasterizzazione dell’intero catalogo del Teatro-Canzone di Giorgio Gaber.

Nel 2002 lo stesso Gaber si era personalmente occupato del suo vasto repertorio discografico, con lo scopo di renderlo più semplice e fruibile. A comporre il nuovo catalogo furono selezionate le undici registrazioni live degli altrettanti spettacoli di Teatro-Canzone rappresentati dal 1970 al 2000.

A cinquant’anni dalla sua pubblicazioneil primo album rimasterizzato è “Far finta di essere sani” (1973), registrazione live dello spettacolo che consacrò Giorgio Gaber come protagonista della musica e del teatro italiano, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali: https://orcd.co/giorgiogaber-farfintadiesseresani

Il lavoro sul repertorio, ora reso più adeguato ai tempi in termini di sonorità e brillantezza, è stato prodotto da Carosello Records e realizzato dalla Fondazione Gaber in collaborazione con Davide Martini al Drum Code Studio di Sesta Godano dove Ivano Fossati nel 2018 realizzò l’album “Le donne di ora”, prestigiosa rivisitazione di alcuni famosi brani del Signor G.




https://youtu.be/-cGMRHkv458



                                                        LINK                                                                      

 https://www.giorgiogaber.it/

https://youtu.be/0tlhv4hPqQI

https://www.youtube.com/watch?v=yAJmeKd8_WM

https://youtu.be/w9rLVloiJIQ

https://www.youtube.com/watch?v=w9rLVloiJIQ

https://www.youtube.com/watch?v=rKCiZcuc0Ow

https://www.youtube.com/watch?v=PngM-mUFa_g

                                                  DISCOGRAFIA                                                              


L'intero canzoniere di Giorgio Gaber è diviso in sei periodi, a seconda della casa discografica per la quale lavorava. Il primo è quello con la Ricordi (1958-1964), segue quello Ri-Fi (1965-1967), quindi quello Vedette Records (1968-1969), quello Carosello (1970-1995) e, infine, quello Giom (1996-2000) e Cgd (2001-2003).

Il periodo 1958-1969 è quello del Gaber più o meno leggero e comprende circa 160 incisioni. Quello successivo fu riorganizzato da Gaber stesso nel 2002 in 11 doppi cd, a cui vanno aggiunti gli ultimi due in studio.

La discografia omette i dischi dove venivano ripubblicati brani già editi, salvo eccezioni dovute alla presenza di almeno un inedito.



        





















                                                             LIBRI                                                                


Sandro Luporini "Vi racconto Gaber" ed. Mondadori 2014

Questo libro è un evento. Una storia che aspettavamo ci venisse raccontata. Un tuffo in un mondo che suscita nostalgia anche in chi non l'ha vissuto. A dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber, il suo storico coautore e amico Sandro Luporini rompe l'ormai leggendario riserbo, e dal suo inviolabile rifugio viareggino apre le porte su uno dei più straordinari sodalizi artistici degli ultimi decenni. Svelando un tesoro di cui è il più autorevole custode. Racconta le discussioni, le idee, i dubbi, le storie, qualche volta le coincidenze che hanno dato origine ai loro capolavori: cosa intendevano veramente in certe canzoni troppo spesso fraintese, da dove è nata la battuta "quasi quasi mi faccio uno shampoo", o che "...volevamo dire 'libertà è spazio di incidenza', ma anche senza essere musicisti si capisce bene che una roba così non si poteva proprio cantare". Ma anche i particolari di un uomo fuori dall'ordinario, ironico e curioso di tutto, che lavorava anche quando sembrava fare altro e andava al mare con le Clark. Il bel pretesto narrativo è l'incontro tra Luporini e un ragazzo giovane, attento e appassionato che non ha avuto la fortuna di conoscere il Signor G e la sua epoca. Il risultato è puro Gaber: intelligenza, ironia, e una profondità che appena rischia di diventare pesantezza ha uno scarto, un guizzo, e ritorna meravigliosamente leggera. "G." è quanto di più vero e definitivo si potesse scrivere su Giorgio Gaber. Sandro Luporini riesce nel miracolo di restituirci quello stile...






  • La libertà non è star sopra un albero. Antologia ragionata, Valentina Pattavina (a cura di), Torino, Einaudi, 2002. ISBN 88-06-16132-6.


  • Gaber in prosa. Il Teatro d'Evocazione di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, con Sandro Luporini, Milano, Bompiani, 1994. ISBN 88-452-2261-6.

  • Questi assurdi spostamenti del cuore. Monologhi in forma di racconto, con Sandro Luporini, Torino, Einaudi, 2004. ISBN 88-06-16846-0.

  • Canzoni e monologhi, con 2 DVD, Roma, Radiofandango, 2005.

  • Giorgio Gaber su Re Nudo. Articoli e interviste 1972-2002, con DVD, Siena, Re nudo, 2007. ISBN 978-88-87791-14-3.


                                                            FILM                                                                  

                                                            TV                                                                     

Gaber partecipa come cantante a Canzonissima nelle edizioni 1968-69-70.






        14 GENNAIO 2023 SALA GHIO - SCHIFFINI SOCIETA' ECONOMICA 

                    “La linea della palma: il radicamento delle mafie in Liguria”


MARCO LORENZO BARUZZO: è volontario del Presidio Dario Capolicchio di Libera Sarzana, membro della segreteria regionale dell’associazione volontario dell’associazione L’égalité di Sarzana è referente del progetto “Beni confiscati in rete” che Libera promuove con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo. 




“Forse tutta l’Italia sta diventando Sicilia… A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già oltre Roma…” (Il giorno della civetta, L.Sciascia Opere – 1956.1971, p. 479).

La Liguria è una terra di mafia. Lo testimoniano numerose inchieste che a partire dagli anni ’80 (se non prima) si sono susseguite, periodicamente, con alterne vicende. Talora non è stata raggiunta la prova dell’associazione mafiosa, pur in presenza di fatti gravi idonei a configurare almeno l’associazione per delinquere tradizionale. In altri casi, il crimine mafioso si è mostrato in tutta la sua rilevanza e sono arrivate pesanti condanne, purtroppo la nostra è una regione contaminata, prevalentemente sana nel suo tessuto sociale ma al contempo infiltrata nei gangli del potere.

Dalla relazione della Dia emerge che con l'arrivo di tante grandi opere, in Liguria come in Italia visti i fondi del Pnrr, è prevedibile che le organizzazioni mafiose possano tentare di intercettare gli ingenti investimenti pubblici attraverso l'indebita aggiudicazione di appalti o subappalti anche avvalendosi di importanti interlocuzioni eventualmente acquisite nel mondo imprenditoriale e politico, ovunque girino grandi somme di denaro, c'è un grosso rischio di infiltrazioni mafiose.

La strategia adottata dalle mafie, cioè quella di lavorare sottotraccia la rende ancor più pericolosa, specialmente nel Nord Italia, opera arrivando anche ad alte sfere senza dare nell'occhio e senza che un cittadino comune percepisca la sua presenza così radicata nei territori.

La criminalità organizzata minaccia la democrazia, sottrae ricchezza e colpisce ambiente e paesaggio.

Oltre alle indagini, le normative, i processi, la consapevolezza dei cittadini può essere un potente mezzo di contrasto, perché la catena di sub appalti e sub contratti tende sempre più ad allungarsi e ad essere sempre meno facilmente controllabile.

Ecco perché è fondamentale far conoscere ai giovani che cosa sia la mafia, tutte le stragi di cui si è macchiata, gli eroi che l'hanno combattuta e i valori che devono guidare l'agire civico e politico. Fatti come le stragi di Capaci e di via D'Amelio per gli studenti di oggi sono storia e rischiano di apparire fatti lontani, quando la mafia è ancora una realtà concreta e presente, anche se ha cambiato modus operandi.

La prevenzione diventa una delle azioni principali da mettere in campo e la si fa partendo dalla consapevolezza.

LIBERA - ASSOCIAZIONI NOMI E NUMERI CONTRO LE MAFIE 

Un pomeriggio del 14 dicembre 1994, le agenzie di stampa lanciano in rete la notizia: «Nasce Libera, cartello di associazioni contro le mafie». L’idea, annunciata da don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, raccoglie l’adesione di trecento tra gruppi e associazioni.

Spiccano, tra gli altri, l’Arci, le Acli, Legambiente, la Fuci, il Gruppo Abele, la Cgil.

Ciascuna associazione con storia e identità proprie e diverse, ma accumulate dalla consapevolezza che opporsi alle mafie è un compito politico, sociale, culturale ed etico che riguarda l’intera società civile.

Il 25 marzo del 1995 si costituisce formalmente Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie , una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout, coinvolti in un impegno non solo contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente per”: per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza all’altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione.


Presenza di Libera sul territorio

È presente su tutto il territorio italiano in 20 coordinamenti regionali, 83 coordinamenti provinciali e 304 presidi locali. Sono 80 le organizzazioni internazionali aderenti al network di Libera Internazionale, in 35 Paesi d’Europa, Africa e America Latina.

Oltre 4.000 sono i giovani che ogni estate partecipano ai campi d’impegno e formazione sui beni confiscati, circa un migliaio quelli che animano progetti di tutela ambientale in collaborazione con Carabinieri Forestale. Oltre 5.000 le scuole e le facoltà universitarie impegnate insieme a Libera nella costruzione e realizzazione di percorsi di formazione e di educazione alla responsabilità e legalità democratica, con il coinvolgimento di migliaia di studenti e centinaia di insegnanti e docenti universitari.

Libera ha realizzato un primo censimento delle esperienze positive di uso sociale dei beni confiscati, frutto di una legge per la quale ha promosso nel 1995 una petizione che raccolse un milione di firme: sono oltre 867 sono le associazioni e le cooperative assegnatarie di beni in Italia, che si occupano di inclusione e servizi alle persone, di reinserimento lavorativo, di formazione e aggregazione giovanile, di rigenerazione urbana e culturale, di accompagnamento alle vittime e ai loro familiari.


Presidio Nicholas Green Tigullio

• Giovane vittima statunitense di 7 anni, per essere stato vittima innocente di alcuni spietati killer rapinatori, che, il 29 Settembre 1994, scambiando l’auto per quella di un gioielliere, non si sono fermati neanche di fronte ad un bambino inerme, che stava dormendo sul sedile posteriore dell’auto su cui viaggiava insieme ai suoi genitori sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria per quella che doveva essere una tranquilla vacanza. 

• Ed è altrettanto evidente che gli oltre 100 bambini e bambine, giovani vittime innocenti delle mafie, andrebbero tutti ricordati con le loro storie e tutti meriterebbero una intitolazione; ma a Nicholas Green vogliamo intitolare il nostro nuovo Presidio di Libera Genova, ricordandolo e facendolo ricordare anche perchè i loro genitori autorizzarono, dopo la sua morte, l’espianto e la donazione degli organi, dando speranza ad altre persone, aprendo la strada ad una maggiore sensibilizzazione sui trapianti pediatrici.

 La storia di Nicholas Green rappresenta anche questo messaggio positivo di generosità, altruismo e speranza. Un esempio, uno stimolo per noi tutti che lo dobbiamo ricordare Vivo nella nostra memoria e in quella di quanti ancora sopraffatti dall’indifferenza, ritengono queste storie lontane dal proprio vissuto. I sottoscrittori volontari, iscritti a Libera per il 2020, si impegnano ad aderire a “Libera, Associazioni, Nomi e numeri contro le mafie”, riconoscendosi nei valori e principi ispiratori ed accettando le regole contenute nello Statuto e nel Regolamento. 

I sottoscrittori del Patto di Presidio si impegnano altresì ad orientare la propria azione sociale intorno al settore Educazione alla legalità responsabile e Memoria e di definire i propri impegni nel progetto allegato. Il Referente Provinciale o, in via sussidiaria, il Referente Regionale, si impegneranno a monitorarne la realizzazione.

Sestri Levante, 5 Dicembre 2019.

https://youtu.be/7fghYKFIN4M



Chiavari 21 marzo 2021










Memoria e Impegno: i pilastri di Libera

Per Libera è importante mantenere vivo il ricordo e la memoria delle vittime innocenti delle mafie. Uomini, donne e bambini che hanno perso la propria vita per mano della violenza mafiosa, per difendere la nostra libertà, la nostra democrazia. Una memoria condivisa e responsabile grazie alla testimonianza dei loro familiari che si impegnano affinchè gli ideali, i sogni dei loro cari rimangono vivi. Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in tanti luoghi del nostro Paese e all'estero, vengono letti tutti i nomi delle vittime innocenti delle mafie. Un lungo elenco, recitato come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. A partire dal 21 marzo e durante gli altri 364 giorni dell'anno, perché solo facendo della memoria uno strumento d’impegno e di responsabilità, si pone il seme di una nuova speranza.

1. Formazione e percorsi educativi

La conoscenza è la via maestra al cambiamento. Oggi abbiamo più che mai bisogno di conoscenza autentica, di evitare semplificazioni e parole di circostanza. La conoscenza nasce dal non sentirsi mai arrivati, da un bisogno continuo di studiare, approfondire.

2. Memoria e impegno

Libera Memoria si occupa sia di mantenere vivo il ricordo delle vittime innocenti delle mafie sia di camminare al fianco dei loro familiari, organizzando momenti di confronto e formazione.

https://youtu.be/tPTF3vTuc04






Savona 21 marzo 2022



3. Giustizia

Impegno per la giustizia sociale, per la verità, per il bene comune comporta un investimento sul piano educativoe culturale. Un investimento che si traduce in un impegno quotidiano che rifugge i gesti plateali e passioni effimere e richiede conoscenza, etica e servizio.

4. Uso sociale dei beni confiscati

Libera non gestisce direttamente i beni confiscati alla criminalità organizzata, ma promuove interventi formativi e di progettazione partecipata utili a renderli risorse in grado di innescare processi di sviluppo locale e accrescere la coesione sociale.

5. Internazionale

Se le mafie sempre di più non conoscono frontiere, l'antimafia sociale non può certo restare nei confini di un solo paese. Libera ha deciso così di misurarsi con questa dimensione transnazionale del suo impegno.

LEGGE ROGNONI - LA TORRE Num. 109 del 1996 prevede la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali; è diventata un’opportunità di impegno responsabile per il bene comune; ci sono, ad oggi, più di 950 soggetti gestori in tutte le regioni d’Italia.

BENE CONFISCATI IN RETE : nel quarantesimo anniversario della legge “Rognoni-La Torre”, il progetto “Beni confiscati in rete”, è un percorso rivolto apubbliche amministrazioni, enti del terzo settore e cittadini per potenziare il riutilizzo dei beni confiscati in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

RimanDATI In questo contesto si colloca il report RimanDATI, del cui gruppo di lavoro Marco Baruzzo ha fatto parte, sullo stato della trasparenza dei beni confiscati nelle amministrazioni locali, uno spaccato importante - unico nel suo genere - sulla capacità degli Enti territoriali di rendere pienamente conoscibili le informazioni sull’enorme patrimonio immobiliare sottratto alle mafie e destinato a tornare alla collettività attraverso i comuni ma anche, sebbene in via sussidiaria, le province, le città metropolitane e le regioni.

In Liguria i dati sui beni confiscati sono stati in qualche modo resi pubblici, come la legge prevede, ma ciò è accaduto con estrema difficoltà, enormi ritardi e con modalità raramente pienamente conformi al dettato della legge.

In Liguria su 15 comuni in cui sono presenti beni confiscati, solo 5 pubblicano i dati, nonostante questi beni possano rappresentare una risorsa di welfare sussidiario con nuovi modelli di sviluppo economico e sociale alternativi a quelli mafiosi e corruttivi, trasformando i beni sotratti alle mafie in beni comuni e condivisi.Quadro normativo sul territorio regionale:La Legge regionale num. 7 del 5 marzo 2012 (”Iniziative regionali per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità”) dedica gli articoli 11 e 12 al tema dei beni confiscati, prevedendo anche un Fondo di rotazione per il sostegno alla ristrutturazione dei beni. 



Anemmu…: 
è un progetto che l’Associazione Libera e l’Ufficio di Servizio Sociale Minori di Genova   rivolge ai ragazzi  e alle ragazze dell’area penale, che stanno affrontando un percorso di giustizia riparativa. Ragazzi e ragazze che devono scontare il periodo di “messa alla prova”, ovvero la sospensione del processo e l’affidamento ai servizi sociali per un cammino di crescita che, se va a buon fine, estingue il reato. E per farlo, questi ragazzi, insieme ai loro educatori, hanno scelto la strada dell’antimafia sociale e responsabile.




Genova -Anemmu tour beni confiscati 

I Cento Passi, titolo ripreso dall'omonimo film di Marco Tullio Giordana, è la quarta traccia dell’album “Viva La Vida, Muera La Muerte!”, pubblicato nel 2004 dai Modena City Ramblers.

Il protagonista è Peppino Impastato (1948-1978), giornalista, attivista e poeta che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia pur essendo destinato a diventare mafioso lui stesso per le sue origini famigliari.

nel 1977 fondò “Radio Aut”, una radio libera autofinanziata, in cui denunciò i delitti dei mafiosi locali e li sbeffeggiò con la sua satira, andando contro anche al capomafia Gaetano Badalamenti (chiamato “Tano Seduto” da Peppino), che era una figura importante del traffico internazionale di droga.

Fu assassinato la notte tra l'8 e il 9 maggio, fu riempito di tritolo e lasciato sui binari, ma la stampa cercò di far passare all'opinione pubblica l'idea che non si trattasse di un assassinio ma di un attentato terroristico consumato da Impastato stesso oppure di un suicidio. Tutt'oggi è diffusa l'ignoranza di questi fatti, ed i Modena City Ramblers sono riusciti a diffonderli a tantissimi italiani grazie alla loro canzone.

Il gruppo musicale Mandillä, formato da Giuseppe Avanzino, Mario Raso, Pierpaolo Ghirelli, Laura Merione, Michele Marino e Marco Vaccarezza sono conosciuti per le loro traduzioni dell'opera di Fabrizio De Andrè in genovese, ma non solo, le loro canzoni sono incentrate sul racconto di leggende, storie antiche, tradizioni, fatti di cronaca, tutte tematiche comunque legate al nostro territorio. Per i “100 passi verso il 21 marzo” del Presidio Nicholas Green ci hanno fatto dono della traduzione in genovese della canzone dei Modena City Ramblers, un grazie di cuore per un lavoro impegnativo nel quale non hanno esitato a cimentarsi, ed ecco “I çénto pàssi”.

https://youtu.be/TJeoCC4lbGw

   

                                                        LINK                                                                      

https://www.libera.it/  

   http://mafieinliguria.it/ 


https://www.libera.it/documenti/schede/proposta_scuole_21_marzo_2023_lombardia_1.pdf

https://lavialibera.it/it  

 https://benisequestraticonfiscati.it/

https://vivi.libera.it/  

  https://www.wikimafia.it/

https://www.libera.it/schede-1878-fattiperbene_le_pratiche_di_riutilizzo_sociale_dei_beni_confiscati

https://direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it/

http://www.mininterno.it/ 

    http://www.tolomeo.it/~itg-pertini/siti/si_diri.htm

http://www.centroimpastato.it/   

  http://www.fondazionefalcone.it/

http://www.legambiente.com/   

  http://www.mix.it/EURISPES

https://www.archivioantimafia.org/

http://www.mandilla.it/

https://www.facebook.com/Mandill%C3%A4-2237169606509412

                                                          LIBRI                                                                      


Punto e a capo. Storia ed evoluzione di mafia e antimafia in Liguria  Marco Antonelli e Stefano Busi – con la prefazione di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera –, pubblicato in collaborazione con l’Università di Genova e con Libera Liguria, ed edito dalla Genova University Press.

Grazie al contributo di magistrati, investigatori, studiosi, attivisti e giornalisti il libro ricostruisce settant’anni di storia ligure – una storia di mafia, ma anche di antimafia – fissando alcuni elementi utili per meglio comprendere la presenza delle criminalità organizzata e della corruzione nella regione. Il testo rappresenta un primo tentativo di affrontare questi temi in modo sistemico, inserendo le azioni dei singoli attori all’interno di più ampie dinamiche sociali, economiche e politiche che caratterizzano il territorio ligure.

L’evoluzione e il radicamento mafioso in Liguria, con le travagliate vicende processuali, così come gli interessi nel sistema logistico-portuale, nel sistema sanitario e nelle questioni ambientali sono solo alcuni dei temi analizzati nel volume. Accanto alle dinamiche criminali, però, vi è il tentativo di rappresentare anche la risposta delle Istituzioni e della società civile nel contrasto a questi fenomeni, guardando alle mobilitazioni e al tema dei beni confiscati.

Nel volume sono presenti i contributi di: Marco Lorenzo BaruzzoStefano BigliazziAnna CanepaMichele Di LecceSanto GrammaticoValentina LariAntonio LijoiMarco GrassoFrancesca RispoliSandro Sandulli.

Il libro è disponibile in versione cartacea e in formato ebook, quest’ultima scaricabile in open access dal sito della Genova University Press.




         5 NOVEMBRE 2022 SALA GHIO - SCHIFFINI SOCIETA' ECONOMICA 

"Cucina e teatro,con ospite a sorpresa"


Pina Rando, ha dedicato la sua vita al teatro. Come direttrice organizzativa dell'Archivolto ha guidato la compagnia dal 1986 al 2018, producendo più di cento spettacoli, oltre a numerose rassegne e festival. Nel 1997, dopo un attento lavoro di ristrutturazione, ha restituito alla città di Genova il magnifico teatro ottocentesco Gustavo Modena.





L'Archivoltodal 1997, in seguito a un’opera di attento restauro, di cui la compagnia si è fatta carico, l’Archivolto opera negli spazi del Teatro Gustavo Modena, vero gioiello architettonico ottocentesco, e della moderna Sala Mercato, ricavata qualche anno più tardi dal recupero dell’adiacente mercato comunale. In queste sale, oltre a produrre i propri spettacoli, il Teatro dell’Archivolto, ospita una stagione variegata, capace di accogliere espressioni artistiche diverse, dal teatro comico d’autore al teatro civile, dalla danza alla musica jazz, al teatro di ricerca. Il Teatro dell’Archivolto organizza anche rassegne di teatro ragazzi indirizzate alle scuole in matinée e alle famiglie con programmazione pomeridiana. Mediamente sono circa 70000 le presenze durante l’attività stagionale in sede.

In questi trent’anni il Teatro dell’Archivolto ha vinto diversi premi tra cui il Biglietto d’oro; è stato in tournée in tutta Italia, ospite dei principali teatri italiani e di festival prestigiosi. In media sono circa 150.000 all’anno gli spettatori tra tournée e sede che assistono agli spettacoli del Teatro dell’Archivolto: moltiplicandoli idealmente per 30, si arriverebbe a 4 milioni e mezzo.










Teatro Gustavo Modena, unico teatro ottocentesco di Genova, è una tipica sala all’italiana a ferro di cavallo di 500 posti, quattro ordini di palchi, un loggione, una platea e una facciata tipicamente neoclassica. Costruito dalla nascente borghesia sampierdarenese e intitolato a un attore patriota e fervente mazziniano, ha avuto alterne fortune. Inaugurato il 18 settembre 1857 è originariamente votato alla lirica. Dal 1936 viene utilizzato quasi esclusivamente come cinematografo. Nel 1979 ritorna all’attività operistica ma l’impossibilità di adeguare gli spazi alle normative vigenti ne decreta la chiusura nel 1983.

La riapertura e il ritorno allo spettacolo dal vivo si deve alla compagnia del Teatro dell’Archivolto, che dopo una lunga e attenta opera di restauro restituisce alla città di Genova quello che è un vero e proprio gioiello architettonico. Riaperto il 18 settembre 1997 con una grande festa, viene ufficialmente inaugurato il 31 ottobre 1997 con lo spettacolo Snaporaz Fellini.

Curiosità: è tra i pochissimi teatri in Italia ad avere ancora in uso la graticcia originale ottocentesca, che può essere ammirata nel corso di visite guidate organizzate su richiesta.












Oggi il  “Teatro di Genova” è la realtà nata dalla fusione tra  dell’Archivolto e Teatro Stabile.

Un teatro con il cuore nella prosa, tra grandi classici e nuova drammaturgia, teatro civile e comico d’autore, ma aperto alle contaminazioni, dalla danza alla musica. Una ricca proposta teatrale e 4 sale – il Teatro Ivo Chiesa, il Teatro Eleonora Duse, il Teatro Gustavo Modena, la Sala Mercato – distribuite in punti nevralgici della città.

Il Teatro Nazionale di Genova riunisce in sé due storie teatrali importanti. Nasce infatti nel 2018 dall’unione del Teatro Stabile di Genova, fondato nel 1951, secondo teatro stabile d’Italia dopo il Piccolo Teatro di Milano,  con il Teatro dell’Archivolto, attivo dal 1986 al 2017.
Da gennaio 2020 è diretto da Davide Livermore .




                                                         LINK                                                                      

https://youtu.be/VSMXBJWfR0c

https://www.archivolto.it/

https://www.piazzalevante.it/2018/04/19/pina-rando-la-donna-dei-miracoli-dietro-le-quinte/

https://www.youtube.com/watch?v=VNxGGxGRJu4

https://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_Gustavo_Modena_(Genova)

https://youtu.be/9Yh32OQI2x8?list=UUWoftYgvKAn-pUyfUoFi9Gg

https://www.avvenire.it/agora/pagine/gallione

https://www.langololigure.it/compagnie_teatrali_liguri_dettagli.asp?id_compagnie=9&Articolo=Compagnia%20teatrale%20Commedia%20Teatro%20dell%27Archivolto


https://www.teatronazionalegenova.it/teatro-nazionale-di-genova/

                                                          LIBRI                                                                      

Giorgio Gallione Teatro dell'Archivolto...Con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole..  ed. Feltrinelli 2007

Il Teatro dell’Archivolto è diretto dal 1986 da Pina Rando e Giorgio Gallione. Fin dai suoi esordi ha operato nel settore del teatro di prosa e del teatro ragazzi con un indirizzo artistico, drammaturgico e stilistico assolutamente originale, rivolto all’inseguimento di nuovi territori e nuove forme di espressione teatrale, la cui ispirazione può essere di volta in volta la letteratura o la musica, il cinema o il fumetto, sempre e comunque nella direzione del nuovo, dell’inconsueto e dell’inedito, con l’intento di proporre un teatro d’arte contemporaneo.

Tra gli spettacoli dei primi anni di vita della compagnia ricordiamo L’incerto palcoscenico (varietà protodemenziale), Il mare in un imbuto e Angeli e soli tratti da Italo Calvino, Il bar sotto il mare e Amlieto di Stefano Benni. Tra i più significativi degli ultimi anni segnaliamo Monsieur Malaussene di Daniel Pennac, La buona novella da Fabrizio De Andrè, Corto Maltese da Hugo Pratt sulle musiche di Paolo Conte, I bambini sono di sinistra di Michele Serra, La lunga notte del Dottor Galvan di Daniel Pennac, Eretici e corsari che mette a confronto Pier Paolo Pasolini con il teatro canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, La donna che sbatteva nelle porte da Roddy Doyle, Spoon River da Edgar Lee Masters e Fabrizio De Andrè, Berlinguer. I pensieri lunghi di Giorgio Gallione, Beatles Submarine, esplorazione del mondo dei Beatles, Apocalisse da Niccolò Ammaniti, Father and son di Michele Serra, fino a Quello che non ho, che trae ispirazione da Pierpaolo Pasolini e Fabrizio De Andrè.

 
Se agli inizi la storia della compagnia è contraddistinta dalla presenza dei Broncoviz (Marcello Cesena, Maurizio Crozza, Ugo Dighero, Mauro Pirovano, Carla Signoris), tra i protagonisti degli spettacoli successivi ricordiamo Claudio Bisio, Neri Marcorè, Marina Massironi, Giorgio Scaramuzzino, Eugenio Allegri, Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini, Valentina Lodovini, Fabio De Luigi, la Banda Osiris.
Dal rapporto privilegiato con la letteratura coltivato dal direttore artistico Giorgio Gallione sono nate collaborazioni con scrittori come Stefano Benni, Daniel Pennac, José Saramago, Francesco Tullio Altan, Michele Serra, Niccolò Ammaniti, Francesco Piccolo e trasposizioni teatrali da libri di Luis Sepulveda, Roddy Doyle, Ian McEwan, Paul Auster, Italo Calvino, Osvaldo Soriano, Charles Bukowski, Etgar Keret, Darina Al-Joundi e molti altri.
 





Pina Rando Ricette dietro le quinte, aneddoti e cene al Teatro dell'Archivolto ed. Il Canneto 2022 

Nel corso di una vita dedicata al teatro, Pina Rando ha incontrato attori, registi, scrittori, personaggi del mondo della cultura e dell'arte con i quali ha sovente intrecciato legami che sono andati al di là del puro rapporto professionale. Merito, anche, di un'altra sua sconfinata passione: la cucina. Nel corso degli anni per molti di loro ha preparato pranzi o cene che si trasformavano in autentiche occasioni conviviali. E per ognuno dei suoi ospiti ha ideato un menù ad hoc, capace di soddisfarne i gusti e al contempo di sorprenderlo. Questo libro raccoglie alcune di quelle ricette, spesso provenienti dalla tradizione ma con molte concessioni all'estro e alla fantasia che si addicono a un'artista del teatro. A ogni personaggio la sua ricetta con una breve introduzione, contenente aneddoti e ricordi che trasformano ogni piatto in un emozionante incontro a tavola con molti protagonisti del teatro italiano. Prefazione di Carla Signoris.











             8 OTTOBRE 2022 AUDITORIUM FILARMONICA 

                                   "Il grande viaggio" 

                        Lungo le carovane delle vie della seta


David Bellatalla,docente di antropologia all'Università di Ulan Bator, David Bellatalla viaggia da tempo nei territori dell'Asia orientale, della Mongolia e del Tibet. Mosso dal fascino della Via della Seta, ha trattato in diverse pubblicazioni le etnie e i popoli presenti in quelle terre, le loro leggende e gli stili di vita, ma anche la storia delle esplorazioni scientifiche che hanno preceduto i suoi resoconti, con un'attenzione particolare alla figura dell'italiano Eugenio Ghersi. 

Nel 2013 gli è stata conferita la Medaglia d'Oro della Croce Rossa della Mongolia, nel 2016 il Premio Paul Harris Fellow dal Rotary International per le sue attività umanitarie in Mongolia, soprattutto per per quelle a favore dei bambini di strada di Ulan Bator.

Nel 2018 il Premio Letterario "Eugenio Montale" per il volume Sull'Altipiano dell'Io Sottile. Ha realizzato documentari, mostre fotografiche e articoli per riviste scientifiche e di viaggio.

Attraverso i suoi viaggi ha raccontato  gli aspetti culturali, artistici, storici e religiosi più significativi che evidenziano legami, contatti, scambi e interazioni socialiche ancora oggi , atrraverso le testimonianze del passato e dei popoli che vivono in quei territori, stimolano la nostra riflessione verso una rilettura della storia delle Via della Seta, quale  prezioso "Patrimonio dell'Umanità".

Tutti i  suoi libri  sono in funzione della raccolta fondi per il progetto di solidarietà internazionale “Una Ger per Tutti”, rivolto a ragazze madri con figli disabili di Ulan Bator, ideato da Bellatalla e promosso da Need You Onlus.



https://youtu.be/c6PKSKfGR1Y  

      https://youtu.be/EtAVNqInShc             

Il progetto UNA GER PER TUTTI è coordinato da David Bellatalla e dalla Croce Rossa della Mongolia ed è rivolto alle madri single con bambini disabili che vivono nel distretto Chingeltei della città di Ulan Bator (Mongolia).
L'obiettivo è quello di garantire un'abitazione, la sicurezza e l'assistenza medica sanitaria per i bambini, e di quello di sostenere le loro madri attraverso l'inserimento nel mondo del lavoro, finalizzato a garantire l'autogestione e l'auto sostentamento dei nuclei familiari.
     
Montura Editing promuove il progetto "Una GER per Tutti" sostenendo la stampa e la distribuzione del libro Sull'Altopiano dell'Io sottile ed invitando i lettori ad una donazione respondabile a favore di NEED YOU ONLUS. Il libro può essere tovato negli Alpstation e nei punti di vendita Montura. Tutti i proventi derivanti dalla distribuzione del libro sono devoluti a NEED YOU ONLUS.
I versamenti a favore del progetto "Una GER per Tutti" potranno anche essere effettuati nei seguenti modi:
Bonifico bancario presso la Banca Fineco SPA con codice IBAN IT-06-D-0301503200000003184112 e causale Contributo Progetto UNA GER PER TUTTI
Versamento su c/c postale n. 64869910 intestato a NEED YOU ONLUS, Str. Alessandria 134 - 15011 Acqui Terme (AL), C.F. 90017090060 con causale Contributo Progetto UNA GER PER TUTTI.


David Bellatalla collabora con CELSO • ISTITUTO DI STUDI ORIENTALI,

Istituto culturale fondato nel 1993.


CELSO realizza programmi di ricerca, programmi di formazione, progetti ed eventi in collaborazione con Enti, Istituti ed Istituzioni a livello nazionale ed internazionale.

Opera per la promozione delle ricerche interculturali, degli scambi internazionali e per lo sviluppo sul territorio delle conoscenze relative alle culture asiatiche, attraverso la realizzazione di iniziative, attività formative, studi e l'attivazione ed apertura di spazi e servizi destinati alla fruizione pubblica.

Realizza conferenze, convegni, mostre, spettacoli, concerti ed ascolti musicali, rassegne cinematografiche, proiezioni di film e documentari.

Organizza 
corsi di lingua e culturaseminari, stage e laboratori sulle lingue, le arti e le culture dei diversi paesi dell'Asia.

Cura la realizzazione di pubblicazioni scientifiche, saggi, ricerche, materiali di documentazione e materiali didattici.

Fornisce consulenze e cura programmi interculturali per Enti ed Istituzioni nazionali ed internazionali.

Dal 1993 ha sviluppato collaborazioni con più di cento musei ed istituzioni culturali da quindici nazioni ( Europa, Asia, Oceania, America ), realizzato più di cinquanta mostre di livello internazionale ed installazioni allestite nei principali musei e sedi espositive della città ( da Palazzo Ducale al Museo di Palazzo Rosso, dal Castello d’Albertis Museo delle Culture del Mondo al Museo di Palazzo Bianco, da Palazzo San Giorgio al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, dal Museo di Sant’Agostino all’Accademia di Belle Arti, dal Palazzo della Provincia ai Palazzi dell’Università ) con più di mille opere presentate ( pittura, scultura, calligrafia, installazioni, video, fotografia, grafica, performance ) provenienti da musei e collezioni o realizzate per l’occasione da oltre duecento artisti contemporanei di livello internazionale da Cina, India, Giappone, Corea, Thailandia, Iraq, Vietnam, Myanmar, Indonesia, Nepal, Taiwan, Stati Uniti, Palestina, Tunisia.

In collaborazione con Università ed Istituzioni culturali italiane, cinesi, giapponesi, coreane, indiane ed europee, 
ha realizzato più di mille conferenze, convegni, seminari, corsi e stage aperti al pubblico.




                                                          LINK                                                                      

https://www.montura.it/it/montura-editing/international-solidarity/chingeltei/

https://www.orienteoccidente.it/people/eventi/alla-ricerca-delle-origini

https://www.celso.org/

https://www.needyouonlus.org/

https://www.facebook.com/david.bellatalla

https://www.facebook.com/search/top?q=celso%20istituto%20di%20studi%20orientali


                                                          LIBRI                                                                      



David Bellatalla Dietro la maschera del lupo editore: Michael Edizion 2019

"Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti". Le parole di Luigi Pirandello risuonano nel profondo, devastanti, implacabili e inappellabili, anche se molti cercano un riparo sicuro, dietro la maschera del lupo, per sfuggire a questo pesante giudizio. Le storie, gli avvenimenti del testo, ci raccontano di quelle emozioni, delle passioni, delle paure, dei desideri, delle sofferenze, dei rancori e degli amori, nelle quali ritrovare i tratti essenziali delle nostre esperienze. Gli episodi tragicomici narrati in questo libro, diverranno uno specchio per il lettore, come quello di Alice nel Paese delle Meraviglie, attraverso il quale poter cogliere gli aspetti più reconditi del proprio io. Ogni capitolo si conclude con riflessioni, speculazioni, analisi, interpretazioni e domande alle quali potremo rispondere, solamente davanti allo specchio.





David Bellatalla Mongolia La terra degli inseguitori di nuvole ed. Oltre Edizioni 2018

Mongolia vuol dire natura selvaggia, praterie senza fine. Un paese sterminato – cinque volte l’Italia – dove metà della popolazione vive in continuo movimento, perché l'essere nomadi fa parta della sua essenza più intima. Un milione e mezzo di persone, metà di tutti i mongoli, vivono ad Ulan Bator nella capitale più fredda del mondo (temperatura media annua -13 °c); gli altri sono nomadi nell’hodoo – la campagna – come vezzosamente chiamano tutto quello che è steppa, deserto, vallate, foreste per migliaia di chilometri intorno. Una presenza umana fondamentale quanto irrisoria (la densità è di nemmeno 2 abitanti per chilometro quadrato, un altro record mondiale). non poteva che nascere e attecchire qui lo sciamanismo, la religione della natura, dell’estasi e della semplicità.





David Bellatalla 
Gli uomini renna Editore: Töpffer 2019

ULAN BATOR, Mongolia — Sono rimasti in 235. Pochi per aver scongiurato l’incubo dell’estinzione. Gli uomini renna vivono nelle foreste tra la Mongolia settentrionale e la Repubblica di Tuva, in Siberia, in un territorio di centomila chilometri quadrati. Si spostano in continuazione tra i Monti Sayan, vivendo come secoli fa in uno strettissimo rapporto con questa natura selvaggia. La sopravvivenza è ancora possibile in questo difficile territorio solo grazie a un migliaio di renne. David Bellatalla, autore del libro, e la Oltre S.r.l., che lo pubblica col proprio marchio Töpffer, devolveranno il 16% degli incassi per la realizzazione del Progetto GER FOR LIFE - Una Ger per Tutti Si tratta di un progetto umanitario rivolto alle ragazze madri con bambini disabili del distretto di Chingeltei ad Ulan Bator (Mongolia) che al momento vivono in una situazione di emergenza; senza lavoro, senza fissa dimora e prive di qualsiasi aiuto economico e medico sanitario. La realizzazione della prima Eco-Ger Camp ad Ulan Bator fornirà alle famiglie un luogo accogliente, pulito e sicuro, dove poter vivere e crescere i propri piccoli. Inoltre, con il sostegno della Mongolian Red Cross, Montura, Need You Onlus e Ulan Bator Central Rotary Club, le ragazze madri parteciperanno a corsi di formazione ed educazione civica, al fine di poter trovare o avviare un lavoro che consenta loro un’autonomia economica per il futuro. I bambini prenderanno parte alle attività para-scolastiche e ludico-didattiche tenute da docenti ed esperti presso la Ger Camp.




David Bellatalla Eugenio Ghersi. Un marinaio ligure in Tibet ed. SAGEP 2008

Eugenio Ghersi, viaggiatore di un doppio itinerario da Ponente a Levante: quello biografico che lo portò da Oneglia, dove era nato, alla Spezia, dove ha lungamente vissuto ed è morto, e quello geografico che dall'Italia lo spinse, prima come ufficiale medico della marina, poi come esploratore con il grande orientalista maceratese Giuseppe Tucci, in regioni dell'Asia che pochi italiani avevano avuto la ventura di percorrere nei primi decenni del Novecento. Compagno insostituibile, perché nessuno, neppure Fosco Maraini, sarebbe stato in grado, da solo, di svolgere i compiti a lui affidati: medico, fotografo, cineoperatore oltre che valido collaboratore in tutte le missioni.






David Bellatalla Alla ricerca dell'io sottile.I mille volti dello sciamano ed. Montura Editing.2019

A seguito del successo del diario di Eugenio Ghersi “Sull'altopiano dell'Io sottile”, ora l'antropologo David Bellatalla, “padre” del progetto di solidarietà “Una Ger per tutti” ad Ulan Bator (Mongolia), ci affascina con un nuovo lavoro dedicato ad uno dei temi più intriganti: lo sciamanesimo.

Lo sciamanesimo è di per sé l'irrazionale per eccellenza, un territorio instabile dove il nostro intelletto può solamente saltellare tra episodi circoscritti e interpretazioni soggettive,  tra constatazioni temporanee  e spiegazioni mediate da modelli culturali, per ritrovarsi ogni volta al punto di partenza”. Con un interessante corredo fotografico e con la prefazione di Sergio Poggianella. Il nuovo libro di David sostiene il progetto in Mongolia.




David Bellatalla Il grande viaggio. Lungo le carovaniere della via della seta, con Stefano Rosati, Montura Editing, 2020


Lontano da approcci monotematici il volume racconta e illustra, attraverso i viaggi compiuti dagli autori, degli aspetti culturali, artistici, storici e religiosi più significativi che evidenziano legami, contatti, scambi e interazioni sociali che ancora oggi, attraverso le testimonianze del passato e dei popoli che vivono su quei territori, stimolano la nostra riflessione verso una rilettura della storia della Via della Seta, quale prezioso Patrimonio dell’Umanità. L’opera contiene una serie di carte topografiche originali a cura di Montura Maps, una delle quali è stampata in grande formato ed è allegata al volume. Nel libro sono presenti anche foto di Fabio Bucciarelli ed immagini concesse dal Centro Studi “Martino Martini” dell’Università di Trento.

 Il libro sostiene i progetti “Una Ger per tutti” e “Casa Need You” realizzati ad Ulan Bator (Mongolia) da Need You Onlus in collaborazione con Montura, Red Cross Mongolia e Rotary.




 



           24 SETTEMBRE 2022 AUDITORIUM FILARMONICA                     

                              "Sono un ragazzo di strada" 

                  L'invenzione dei giovani nel Tigullio degli anni Sessanta

Giorgio “Getto” Viarengo, studioso attento e cultore di storia locale, sin dai primi anni Settanta si occupa di ricerche sul territorio con due specifici soggetti: l’analisi etnografica e le cronache della Resistenza. Ha scritto diversi saggi e articoli sulla stampa del Levante ligure e ha realizzato documentari.

"Sono un ragazzo di strada". è una ricerca per cercare le possibili cause sull'invenzione dei giovani nel Tigullio. Il saggista americano Jon Savage scrive: "I giovani non sono sempre esistiti. Al contrario: sono stati inventati. In America e in Europa, a cavallo tra Ottocento e Novecento, un nuovo attore sociale e un nuovo stile di vita si sono fatti strada in modo prepotente fino a rivoluzionare il costume e la società". Ebbene questa è stata la traccia per una ricerca sul Tigullio, uno studio per intercettare i nuovi stili di vita e la rivoluzione del costume attuata dai giovani del territorio. Il linguaggio culturale sarà la musica e gli stili interpretativi di quegli anni, dove i "complessi" portano una ventata straordinaria di rinnovamento che culmina, tra Rapallo e Chiavari, col Concorso Davoli per giovani gruppi musicali tra il 1966 e il 67. Un esplorazione con non pochi materiali su cui riflettere, per capire il linguaggio dei giovani e i loro metodi espressivi.




1966 

  • Classifica finale:
  1. Mat 65 di Bergamo (Ri-Fi) - 474 voti (360 dalla giuria e 114 dal pubblico)
  2. I Corvi di Parma (Ariston Records) - 454 voti (399 dalla giuria e 55 dal pubblico)
  3. I Trolls di Genova (Columbia) - 452 voti (260 dalla giuria e 142 dal pubblico)


I CORVI SONO UN RAGAZZO DI STRADA” 

Io sono quel che sono

Non faccio la vita che fai
Io vivo ai margini della città
Non vivo come te

Io sono un poco di buono
Lasciami in pace perché
Sono un ragazzo di strada
E tu ti prendi gioco di me

Tu sei di un altro mondo
Hai tutto quello che vuoi
Conosco quel che vale
Una ragazza come te


Io sono un poco di buono
Lasciami in pace perché
Sono un ragazzo di strada
E tu ti prendi gioco di me

Tu sei di un altro mondo
Hai tutto quello che vuoi
Conosco quel che vale
Una ragazza come te

Io sono un poco di buono
Lasciami in pace perché
Sono un ragazzo di strada
E tu ti prendi gioco di me

Fonte: Musixmatch

Compositori: Nicola Salerno / Annette Tucker / Nancie Mantz

Testo di Un ragazzo di strada © Sony/atv Acuff Rose Music

La potente versione dei Corvi di un brano molto innovativo di un gruppo minore americano, The Brogues, il brano originale si chiamava I Ain't No Miracle Worker.

Gli autori del brano originale (anzi, le autrici) sono Nancie Mantz e Annette Tucker. L'autore del testo italiano (assai diverso dall'originale inglese) indicato sul disco è "Nisa", pseudonimo di Nicola Salerno. Salerno (vedi Wikipedia) era un paroliere professionista da tempo attivo nel settore, già collaboratore di Renato Carosone, ed allora 56 enne, aveva firmato tra l'altro il primo successo di Gigliola Cinquetti, "Non ho l'età". Chissà se le parole arrabbiate sono veramente sue o se ha firmato per conto di altri, in quanto autore SIAE?





 











                                                        LINK                                                                        

https://www.musicaememoria.com/complessi_beat_primo_torneo_rapallo_davoli_1966.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/Torneo_nazionale_Rapallo_Davoli

https://www.musicaememoria.com/complessi_beat_concorsi.htm

https://www.wikiwand.com/it/Torneo_nazionale_Rapallo_Davoli

https://www.icorvi.info/storia.htm

https://it.unionpedia.org/i/Torneo_nazionale_Rapallo_Davoli

                                                          LIBRI                                                                      


Jon Savage " L'invenzione dei giovani" ed. Storie Feltrinelli 


I giovani non sono sempre esistiti. Al contrario: sono stati inventati. 

In America e in Europa, a cavallo tra Ottocento e Novecento, un nuovo attore sociale e un

 nuovo stile di vita si sono fatti strada in modo prepotente fino a rivoluzionare il costume

 e la società. Jon Savage racconta questa rivoluzione in un libro che parte dai sogni di

 ribellione della generazione romantica e attraversa due secoli di fermenti e tormenti

, entusiasmi e angosce: Peter Pan e il mito dell'eterna giovinezza, la fondazione dei boy

 scout, lo shock della Prima guerra mondiale, lo sviluppo di una psicologia dell'adolescenza,

 la militarizzazione della gioventù nella Germania hitleriana e nell'Italia fascista, la

 diffusione di nuovi stili musicali dal ragtime allo swing al rock'n'roll, la nascita della

 pubblicità e di un mercato pronto a sfruttare economicamente i nuovi gusti e la nuova

 cultura di massa. Fino alla consacrazione definitiva, quando nel giugno 1945 - poche

 settimane prima dello scoppio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki - il "New

 York Times" annuncia trionfante che "i teenager sono un'invenzione americana". Da quel

 momento in poi il mondo non sarà più lo stesso. Il futuro sarà dei teenager.



Paul Connerton "Come la modernità dimentica" ed. Piccola Biblioteca Einaudi Ns


Sulla scorta del classico L’arte della memoria di Frances Yates, che faceva derivare la

memoria dalla stabilità del luogo, l’autore dimostra come il mondo contemporaneo, cosí

gremito di incessanti mutamenti, abbia nell’oblio una delle sue componenti strutturali.

Viviamo le nostre vite a grandi velocità; le dimensioni delle metropoli sono tali da impedire

qualsiasi tipo di memorizzazione; il consumismo è sempre piú dissociato dai processi di

produzione; l’architettura urbana è lungi dal durare come in altre epoche e i rapporti

sociali sono definiti in modo sempre meno chiaro: tutto questo ha contribuito a erodere le

fondamenta sulle quali costruiamo e condividiamo le nostre memorie.

Offrendo una profonda indagine interdisciplinare sugli effetti della società

contemporanea, questo libro costituisce un prezioso strumento 

di riflessione per antropologi, sociologi, psicologi e filosofi,oltre che per chiunque si

interessi alla teoria sociale e alle problematiche del mondo occidentale di oggi.



Paul Connerton "Come le società ricordano" ed.Armando Editore


Nel trattare la memoria come una facoltà culturale piuttosto che individuale, questo libro

 fornisce una descrizione di come attività di tipo non documentato vengano tramandate in

 e sotto forma di tradizioni. La maggior parte degli studi sulla memoria come facoltà

 culturale s'incentra su documentate trasmissioni di memorie. Connerton, da parte sua,

 s'interessa delle attività comportamentali, contestando così l'attuale opinione dominante

 che i testi letterari possano essere considerati come una metafora delle attività sociali

 in genere. L'autore sostiene che le immagini e le conoscenze del passato come frutto del

 ricordo siano trasmesse e alimentate da attività rituali e che la memoria perforativa sia

 corporea. La memoria sociale corporea è un tratto essenziale della memoria sociale, ma è

 un aspetto che finora è stato gravemente trascurato. «Se esiste qualcosa come la

 memoria della società, affermerò che probabilmente la troveremo nelle celebrazioni

 commemorative; ma queste dimostrano di esserlo solo in quanto siano performative; la

 performatività non la si può pensare senza un concetto di abitudine; e l'abitudine non si

 può pensare senza una motivazione degli automatismi corporei. In questo modo proverò a

 dimosrare che vi è un certo immobilismo nelle strutture sociali, il quale non viene

 sufficientemente spiegato da qualsivoglia teoria corrente di ciò che è un organismo

 sociale».






























































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